Si fa un gran parlare della corsa ai titoli di stato da parte delle famiglie italiane. A giorni ci sarà il collocamento del secondo BTp Valore, stavolta della durata di cinque anni. L’alta inflazione ha reso indispensabile una gestione attiva dei risparmi, molti dei quali erano rimasti infruttiferi sui conti bancari nei lunghi anni dei tassi a zero. Tuttavia, sarebbe anche il caso di allargare i propri orizzonti finanziari in fatto di portafoglio d’investimenti. Le obbligazioni private possono rappresentare una giusta soluzione di compromesso tra rendimento e rischio.

Contrariamente ai titoli di stato, presentano certamente un rischio di credito che, a seconda dell’emittente, può rivelarsi finanche elevato. Scartando soluzioni azzardate, esistono comunque possibilità d’investimento di tutto rispetto.

Nei giorni scorsi vi abbiamo dato conto del nuovo bond Snam. Trattasi di un senior unsecured convertibile in azioni Italgas, società controllata dall’emittente. Il prezzo di conversione è stato fissato a +20% sopra quello di riferimento. La cedola fissa lorda per la durata dei cinque anni sarà del 3,25%. Date le peculiarità del titolo, non è possibile stimare a priori il rendimento effettivo.

Bond TIM e Webuild oltre il 7%

Tuttavia, altre obbligazioni private sono sbarcate sul mercato italiano. TIM ha riaperto il bond a 5 anni emesso nel mese di luglio con cedola 7,85% (ISIN: XS2637954582). Stavolta, il prezzo di emissione è stato di 102, per un rendimento del 7,37%. Sfiorò il 7,90% due mesi fa. Da allora, la quotazione sul mercato secondario è salita a 104,15. Pertanto, tra apprezzamento del capitale e rateo della cedola, in soli due mesi l’ipotetico sottoscrittore si sarebbe portato a casa un guadagno virtuale nell’ordine del 5,50%. Al netto dell’imposta del 26%, più del 4%.

E anche Webuild (ex Salini-Impregilo) ha emesso un bond quinquennale con scadenza 27 settembre 2028 e cedola del 7% ad un prezzo di 98,982 centesimi. L’importo è stato di 450 milioni. Pur essendo queste obbligazioni private state riservate agli investitori istituzionali, il rendimento esitato del 7,27% conferma quanto abbiamo sopra accennato.

Il mercato offre alternative ai BTp da prendere in considerazione, pur facendo attenzione al profilo di rischio dell’investimento.

Obbligazioni private con rendimenti netti reali sempre più positivi

Dopo anni ad elemosinare rendimenti almeno pari all’inflazione per scadenze lunghe, adesso abbiamo l’opportunità di spuntare rendimenti netti reali positivi anche sul tratto medio-corto della curva. Le obbligazioni private trattano generalmente a premio sui titoli di stato, anche se a fronte di una tassazione del 26% contro il 12,50%. Ma rendimenti lordi del 7-7,50% equivalgono a qualcosa come il 5,50% netto. Pur scontando un’inflazione italiana più alta in media dell’era pre-Covid, sembra assai probabile che, a questi livelli, il capitale sarà remunerato in misura maggiore.

Come sempre, la diversificazione fa bene al portafoglio. Inserendo obbligazioni private a fianco dei BTp, il rendimento medio sale insieme al rischio. Oltre al rating, guardare anche al grado di liquidità delle emissioni. Obbligazioni private collocate sul mercato per importi contenuti tendono a comportare problemi in fase di possibile disinvestimento anticipato.

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