C’era grande attesa nella giornata di ieri per la pubblicazione del dato sull’inflazione negli Stati Uniti a giugno. La lettura è risultata leggermente inferiore alle previsioni: +3% annuale e ai minimi da marzo 2021, +0,2% mensile. A maggio era stata del 4%. Sorpresa positiva anche per l’inflazione “core”, al netto di energia e generi alimentari, che sono due componenti volatili del paniere: +4,8% dal 5,3% del mese precedente, ai minimi da ottobre 2021. La reazione del mercato dei bond non poteva che essere all’insegna dei rialzi dei prezzi e dei ribassi per i rendimenti.

Il T-bond a 10 anni è arrivato a scendere sotto il 3,90%, il T-bond a 2 anni meno del 4,73%. Il calo è stato rispettivamente fino a 11 e 17 punti base.

La notizia ha messo le ali anche ai titoli di stato italiani. Il BTp a 10 anni è sceso a un rendimento fino al 4,30% da quasi il 4,40% che sfiorava a inizio giornata. Lo spread con il Bund decennale si è ristretto fino a 173 punti base dai 175 iniziali. Resta la cautela sul mercato dei bond europei, visto che la Banca Centrale Europea (BCE) continua a mostrarsi un “falco” per cercare di domare le aspettative d’inflazione nell’Eurozona. Sempre ieri, però, da registrare la presa di posizione dell’ex governatore centrale portoghese e attuale numero due di Francoforte, Vitor Costancio, che ha invitato alla cautela sull’aumento dei tassi d’interesse dopo la riunione di fine luglio.

Mercato bond sconta fine imminente stretta sui tassi FED

Il cambio euro-dollaro nel frattempo si è riportato sopra 1,10 per la prima volta dopo alcune settimane. Il biglietto verde in media perdeva fino a tre quarti di punto percentuale contro le principali valute mondiali. Sembra che l’inflazione di giugno negli Stati Uniti possa avere segnato la tanto agognata svolta per il mercato dei bond. Stando ai futures di CME Group, gli investitori darebbero ancora per scontato l’aumento dei tassi della Federal Reserve a luglio.

Rispetto alle sedute passate, però, adesso non intravedono più ulteriori strette. Dunque, quello di luglio sarebbe l’ultimo ritocco all’insù per il costo del denaro americano. Ancora non è atteso, comunque, alcun taglio dei tassi entro l’anno.

L’inflazione negli Stati Uniti resta sopra il target del 2% della FED, ma di appena l’1%. In termini reali, i rendimenti decennali dei T-bond si aggirano ora a quasi l’1%. La scadenza a 2 anni, invece, supera l’1,75%. In ogni caso, il principale mercato dei bond nel mondo segnala un taglio dei tassi FED non lontano, se è vero che il rendimento biennale resta di mezzo punto sotto il costo del denaro annunciato a giugno e di tre quarti di punto rispetto ai livelli attesi per fine mese.

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