L’Unione Europea (UE) ha emesso nella giornata odierna un nuovo green bond, il secondo della sua storia. Scadenza 2043, l’offerta ha riguardato un importo di 6 miliardi di euro, a fronte del quale gli ordini hanno ammontato a 57 miliardi. Grazie all’elevata domanda, Bruxelles ha ridotto il rendimento da +11 a +9 punti base sul tasso “midswap”. Pertanto, esso risulta esitato a 1,33%. Il pool di banche incaricate dell’operazione è composto da Bank of America, Citi, Credit Agricole, Dankse Bank e JP Morgan.

Il green bond UE punta a finanziare nove tipologie di iniziative a favore dell’ambiente, tra cui energia pulita e lotta ai cambiamenti climatici. Dicevamo, non si tratta di un inedito. Nell’ottobre scorso, la UE emise le sue prime obbligazioni verdi, raccogliendo 12 miliardi di euro, l’importo più alto di sempre nel mondo per una singola operazione di questo tipo. Allora, la durata fu fissata in 15 anni con scadenza 4 febbraio 2037 e cedola 0,4% (ISIN: EU000A3K4C42). La domanda arrivò a ben 135 miliardi e il rendimento offerto fu di 0,453%.

Green bond a metà strada tra Bund e BTp

Oggi, questo green bond perde il 10,5% dall’emissione di appena un semestre fa e vede, pertanto, salire il rendimento lordo a 1,31%, qualche punto base in meno della nuova scadenza di 5 anni più lunga. Alla Borsa di Lussemburgo il titolo si acquista per meno di 89 centesimi. Nel frattempo, infatti, le condizioni di mercato sono notevolmente peggiorate. Il Treasury a 10 anni viaggia ormai poco sotto il 2,5%, mentre nei giorni dell’emissione del primo green bond UE si attestava ancora a 1,60%.

Interessante notare che il rendimento esitato dal green bond di oggi sia quasi a metà strada tra quello tedesco e italiano a 20 anni. Il Bund ventennale offre poco più di 0,6%, il BTp poco meno di 2,5%. Lo spread sul primo si aggira sopra i 70 punti base o 0,7%, non così basso per un’emissione sovranazionale con rating tripla A.

Il rischio di credito dell’obbligazione è sostanzialmente nullo. Ci saranno nuove emissioni di green bond UE nei prossimi mesi e anni, dato che la Commissione europea ha previsto che il 30% del Next Generation EU da oltre 800 miliardi di euro dovrà finanziarsi attraverso questi strumenti dedicati all’ambiente. A conti fatti, ne arriveranno entro il 2026 altri circa 230 miliardi, verosimilmente lungo tutta la curva. In questo modo, Bruxelles ne costruirà una di riferimento per l’intero continente.

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