I vertici dell’Inter hanno incontrato in questi giorni quelli di Goldman Sachs per affidare alla banca d’affari americana il lancio di un nuovo bond nell’ordine dei 400 milioni di euro. I capitali raccolti serviranno a rifinanziare il bond in scadenza a fine 2022 per 375 milioni. Il resto, andrà a rimpinguare le casse dissestate della società nerazzurra, la quale ha chiuso la stagione 2020/2021 con un maxi-rosso di 245,6 milioni, record sinora della Serie A.

Il nuovo bond Inter consentirà di arrivare alla fine della stagione senza particolari patemi d’animo, anche grazie alla liquidità incassata con le cessioni di Lukaku e Hakimi.

Il titolo da rifinanziare scade il 31 dicembre 2022 e stacca cedola fissa del 4,875% (ISIN: XS1739592142). All’attuale quotazione di 99 centesimi, offre un rendimento del 5,76%. Un livello altissimo per una scadenza di poco superiore all’anno, specie se raffrontato con quanto offerto dal bond della Juventus, che scade nel febbraio 2024 e che risulta anche non garantito.

Bond Inter ad alto rendimento

Particolare, poi, il fatto che il nuovo bond Inter sarebbe lanciato con così largo anticipo rispetto alla scadenza del vecchio bond, a meno che la società non intenda rimborsare quest’ultimo in anticipo, approfittando della quotazione sotto la pari per risparmiare qualche milione di euro. Ad ogni modo, sintomatico di una difficoltà finanziaria assai forte. Quale che sarà la durata del nuovo titolo, ci aspettiamo rendimenti piuttosto elevati.

Ma qualche possibile buona notizia per l’Inter è arrivata in questi giorni con l’indiscrezione non confermato di un interessamento del fondo sovrano saudita alla società nerazzurra. Public Investment Fund (PIF), che gestisce asset per 430 miliardi di dollari, starebbe valutando di rilevare la proprietà dalla cinese Suning, dopo avere concluso un accordo in tal senso con l’inglese Newcastle. L’operazione sarebbe un sospiro di sollievo per le casse dell’Inter, le quali potrebbero confidare su un socio di controllo ancora più solido.

Questo gioverebbe probabilmente anche al buon esito del prossimo collocamento obbligazionario, sempre che avvenisse successivamente.

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