Dal 19 aprile, il Tesoro collocherà sul mercato il terzo BTp Futura, il bond dedicato esclusivamente ai risparmiatori (retail) e stavolta con durata di sedici anni, sei più della prima emissione e il doppio della seconda. La scadenza sarà, infatti, nel 2037. Le cedole saranno crescenti, come del resto è nella natura di questo titolo, e quattro in tutto, ciascuna per ogni quadriennio. Novità sul premio fedeltà, il rendimento extra che il Tesoro riconosce ai sottoscrittori che detengano i bond fino alla scadenza.

Esso sarà pagato al termine dell’ottavo anno e alla data di rimborso del titolo, per un importo minimo del 2% e uno massimo del 6% rispetto al valore nominale.

La domanda che numerosi risparmiatori italiani si staranno ponendo da qualche giorno è la seguente: investire in questo nuovo BTp Futura conviene? Anzitutto, chiariamo quale possa essere il rendimento medio annuo del bond. Poiché il BTp con cedola fissa di simile durata viaggia in queste sedute tra l’1,10% e l’1,15% lordo, questo è il riferimento a cui guardare. Alle condizioni attuali, tutt’al più potremmo sperare in una cedola media ponderata dell’1,20% nell’arco dei sedici anni. Poiché l’emissione avverrà alla pari, essa coincide con il rendimento.

BTp Futura 2037, quali cedole fisserà il Tesoro?

Incognita rendimento e mercato secondario

Nel caso in cui l’economia italiana crescesse al ritmo medio annuo del 3%, inflazione inclusa, avremmo a disposizione un premio fedeltà del 6% in tutto, il massimo della doppia forchetta prevista. Spalmato sul periodo dell’investimento, farebbe lo 0,375% in più all’anno. Dunque, con ogni probabilità il rendimento annuo complessivo arriverebbe fino ad oltre l’1,50%. E se l’economia italiana crescesse di poco o quand’anche non crescesse affatto o ripiegasse nel periodo considerato, comunque avremmo diritto a percepire un premio fedeltà del 2%, ovviamente tenendo il titolo fino alla scadenza. Su base annua, lo 0,125% in più, per cui il rendimento complessivo si spingerebbe fino a circa l’1,30%.

Ora, in nessun caso appaiono numeri da farci strappare i capelli per la gioia. Tuttavia, bisogna fare i conti sia con le condizioni del mercato, sia con il grado di rischio praticamente quasi nullo che ci stiamo assumendo. C’è una considerazione a parte che dovremmo compiere per valutare la futura appetibilità del titolo nel caso in cui volessimo disinvestire prima della scadenza: non sarà acquistato dalla BCE. Sappiamo che Francoforte acquista titoli di stato nell’ambito dei suoi due programmi monetari, noti rispettivamente come “quantitative easing” e PEPP, quest’ultima di natura straordinaria. Ebbene, i bond con cedole step up non rientrano tra i titoli acquistabili, a meno che non siano emessi come titoli “sostenibili”.

Questo significa anche che il BTp Futura parte, in un certo senso, un po’ più svantaggiato in fase di negoziazione. Oltre a non beneficiare direttamente della domanda proveniente dalla BCE, gli scambi risultano verosimilmente bassi, essendo titoli relegati al canale retail in fase di collocamento, per cui gli investitori istituzionali ne rimangono esclusi. E le famiglie – di questo si tratta – tendono ad avere un approccio meno speculativo sui titoli di stato, per cui avranno minore propensione a liberarsene una volta inseriti in portafoglio. Da qui, possibili problemi di liquidità negli scambi da considerare.

Ecco come si calcola il premio fedeltà sul BTp Futura 2037

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