Boom di investimenti in BTp con il rialzo dei rendimenti. Dalla fine del 2021 all’ottobre scorso le famiglie italiane hanno acquistato 180 miliardi di euro netti di titoli di stato nazionali. La loro quota è più che raddoppiata al 13,5%. Probabile che continui a salire, perlomeno in valore assoluto. Grazie a questo ritrovato interesse per i titoli del debito pubblico, l’Italia ha potuto tenere a bada lo spread. E adesso che sono tornati anche gli investitori stranieri, le prospettive per il Tesoro si fanno meno allarmanti, anche se il principale problema è determinato dai livelli enormi delle emissioni attese per l’anno in corso.

Regola del 72, applicazione finanziaria

C’è un calcolo in voga nel mondo della finanza e che prende il nome di “regola del 72”. Essa ci dice che il numero di anni per ottenere il raddoppio di un capitale è dato dal rapporto tra il numero 72 e il rendimento dell’investimento effettuato. Lo stesso schema di applica all’inflazione: dividendo 72 per il tasso si ottiene il numero di anni necessari perché i prezzi raddoppino.

In Italia, ma più in generale in Europa (e non solo), è avvenuto qualcosa di clamoroso negli ultimissimi anni. Investire in BTp fino agli inizi del 2022 era quasi per niente conveniente, anche se l’inflazione era effettivamente bassa. Pensate che alla fine del 2020, l’anno della pandemia, il rendimento medio esitato dai nostri titoli di stato toccò il minimo storico dello 0,252%. Secondo la regola del 72, occorrevano allora ben 285 anni per ottenere il raddoppio del capitale. In pratica, bisognava attendere l’anno 2305.

Bastano 20 anni oggi per raddoppiare il capitale

Più che comico, allarmante. Il denaro non valeva nulla a quei tempi. E dire che stiamo parlando soltanto di tre anni e poco più fa. Le famiglie giustamente preferivano tenere la liquidità sotto il materasso, anziché assumersi pur sempre un minimo rischio in cambio di briciole.

Il mese scorso, invece, il rendimento medio esitato dai nostri titoli di stato è stato del 3,484%. Sempre per la regola del 72, investire in BTp ci consente adesso di raddoppiare il capitale nell’arco di 20 anni. Ed è un orizzonte temporale “umano”. Se impieghi oggi la liquidità, la vedrai raddoppiare nel 2044.

Investire in BTp ora richiede tempi umani

La regola del 72 è imperfetta. Ad esempio, non stiamo tenendo conto delle mutate aspettative d’inflazione, né dei possibili cambiamenti alla tassazione nel lungo periodo. I rendimenti sono stati considerati al lordo delle imposte. Ad ogni modo, il senso del discorso c’è tutto: dalla pandemia ad oggi, i risparmiatori italiani hanno guadagnato 265 anni di tempo! Anziché dover attenderne 285, gliene basteranno 20 per raddoppiare il capitale. Investire in BTp conviene o perlomeno non scoraggia come fino al 2021. Ecco spiegata la corsa ai bond del Tesoro. Il passaggio è stato traumatico da un ambiente di tassi a zero a uno “normalizzato”. Una volta tanto, i risparmiatori ci hanno guadagnato.

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