Con i tassi a zero in Europa, trovare bond sicuri è diventato quasi impossibile. Soprattutto se si considerano emittenti con credenziali più che buone, come la Banca Europea degli Investimenti (BEI) che gode di rating AAA. Tanto vale, quindi, scommettere sul fattore cambio andando a investire in valute al di fuori dell’area euro, purchè non siano di paesi emergenti per alzare troppo l’asticella del rischio. Una di queste è la corona norvegese, notoriamente vista come valuta rifugio in caso di turbolenze dei mercati, ma che ultimamente ha perso terreno nei confronti dell’euro a causa del ribasso dei prezzi del petrolio.

La Norvegia è infatti grande esportatore di greggio in Nord Europa e ha risentito molto del ribasso dei prezzi dell’oro nero (Brent). La corona norvegese ha quindi perso negli ultimi 12 mesi il 6,5% nei confronti dell’euro, ma il timido recupero delle quotazioni del petrolio ha avuto riflessi diretti sul cambio e la corona norvegese (NOK) si sta quindi rafforzando nei confronti dell’euro. Le obbligazioni BEI in corone norvegesi potrebbero, quindi, essere prese in considerazione come alternativa ai classici Btp.

Obbligazioni BEI in corone norvegesi 1,50% 2022

L’obbligazione BEI in corone norvegesi 1,50% 2022 (codice ISIN XS1227593933) è stata collocata sulla borsa del Lussemburgo nel maggio 2015 per 3,15 miliardi di NOK e  corrisponde una cedola annuale del 1,50% che viene pagata nel mese di maggio. Collocata al prezzo di 100,37, scambia oggi a 100 per un rendimento a scadenza pari a quello della cedola. L’obbligazione è trattabile per importi minimi di 10.000 corone anche su Borsa Italiana ed EuroTLX. Il bond BEI 1,50% 2022 in corone norvegesi scade il 12 maggio 2022 e il rimborso avverrà in unica soluzione. Non c’è dubbio che il rendimento sia basso, tuttavia è bene considerare che la corona norvegese sta tornando ad apprezzarsi nei confronti dell’euro: negli ultimi 25 giorni ha guadagnato circa l’1% e il trend sta proseguendo.

La Banca Centrale norvegese, inoltre, non sembra inoltre intenzionata a cambiare la propria politica sui tassi d’interesse e il recente accordo dell’Opec sul taglio della produzione di petrolio sta apportando benefici economici, non solo alla valuta locale ma anche alla borsa di Oslo che è sui massimi storici.