C’è una certezza in vista delle elezioni presidenziali del 2 giugno: il Messico avrà il suo primo capo di stato donna. Le due principali candidate sono Claudia Sheinbaum per la coalizione di sinistra Morena, erede politica del presidente uscente Andres Manuel Lopez Obrador (Amlo), e Xochitl Galvez, a capo del cartello di opposizione “Fuerza y Corazon por Mexico”. Terzo incomodo è Alvarez Maynez del Partito del Movimento Cittadino. Tutti i sondaggi danno per ultra-favorita Sheinbaum con quasi il 60% dei consensi, rincorsa da Galvez con meno del 35%.

Chances inesistenti per il candidato civico. In vista del voto tra meno di due mesi, come orientarsi con i bond messicani?

Due candidate favorite per la presidenza del Messico

Due candidate favorite per la presidenza del Messico © Licenza Creative Commons

Elezioni 2024, proposte delle due principali candidate

Sheinbaum è esponente della sinistra radicale, anche se da sindaco di Città del Messico ha dimostrato un certo pragmatismo. Condivide in toto l’operato di Amlo, che per la Costituzione non può candidarsi per un secondo mandato. Lo avrebbe verosimilmente ottenuto, data la sua elevatissima popolarità. Godrebbe del sostegno di oltre i due terzi dei cittadini. Dal suo insediamento nell’ottobre del 2018, l’economia messicana è cresciuta più delle aspettative. Nel frattempo, la spesa sociale è quasi quadruplicata da 8 a 30 miliardi, tra sussidi al carburante e alle bollette della luce, incremento del salario minimo, ecc.

Tra Sheinbaum e Galvez esistono differenze sostanziali in politica economica e sulla sicurezza. La prima vuole potenziare le energie rinnovabili dal 35% attuale al 50% della capacità complessiva. E intende porre le estrazioni di litio sotto il controllo statale, così come si è sempre dimostrata contrarissima alla privatizzazione di Pemex, la compagnia petrolifera statale. Sull’altissima criminalità il suo motto è “abbracci e non proiettili”. L’avversaria di centro-destra vorrebbe creare un clima più favorevole al business, assegnare un ruolo maggiore al settore privato nella produzione della ricchezza, attirare investimenti esteri e usare la mano dura contro i cartelli della droga.

Super peso messicano

Super peso messicano © Licenza Creative Commons

Peso super sotto Amlo

I dati rivelano che sotto Amlo il deficit fiscale è aumentato ai massimi da decenni, anche se il rapporto tra debito e Pil è cresciuto di poco, salendo dal 46% del 2018 a poco più del 49% al 2023. Il presidente ha altresì sostenuto Pemex con benefici fiscali e iniezioni di capitale pubblico, ma senza risolverne i problemi finanziari. Con 106 miliardi di dollari è la società del comparto oil & gas più indebitata al mondo. Ciononostante, il cambio contro il dollaro si è rafforzato del 15% da quando è in carica. E’ ora ai massimi da nove anni.

Guadagni dai bond messicani in pesos

I bond messicani continuano a godere di valutazioni “investment grade” da parte delle agenzie di rating: BBB per S&P, BBB- per Fitch e Baa2 per Moody’s. E grazie all’apprezzamento del cambio, le emissioni in pesos hanno reso felici gli investitori di recente. Prendete la scadenza del 23 novembre 2034 con cedola 7,75% (ISIN: MX0MGO0000U2). Presenta una durata residua ormai di circa dieci anni e mezzo, anche se debuttò sul mercato nel 2013 come ventennale. Nell’ultimo anno ha perso il 6% in termini di prezzo, ma poiché i pesos messicani contro l’euro hanno guadagnato oltre l’11%, il bilancio è stato nettamente positivo. A ciò aggiungiamo la cedola effettiva dell’8%. Il saldo è stato del +13,2%.

Un altro aspetto positivo riguarda la politica monetaria. La banca centrale ha iniziato a tagliare i tassi di interesse. A marzo li ha portati dall’11,25% all’11%. L’inflazione è rimasta stabile al 4,4% nel mese scorso. Aveva toccato il picco dell’8,7% nell’estate di due anni fa. In teoria, esisterebbero margini per ridurre ulteriormente i tassi senza impattare negativamente sul cambio.

E ciò beneficerebbe i prezzi dei bond messicani denominati in valuta locale, abbassandone i rendimenti, specie sul tratto a breve della curva.

Bond in dollari con spread bassi

Se ci spostiamo sui bond messicani in dollari, notiamo anche in questo caso una caduta dei prezzi per via del trend internazionale. La scadenza decennale del 27 settembre 2034 e cedola 6,75% (ISIN: US91086QAS75) offre attualmente un rendimento quasi del 5,90%, a premio di 150 punti base o 1,50% sul T-bond degli Stati Uniti. Il trend futuro per le emissioni in valuta locale e straniera dipenderà molto dall’esito delle prossime elezioni, in sé già scontato. Ma si voterà anche per il rinnovo del Congresso e, paradossale che possa apparire, a Sheinbaum converrebbe ritrovarsi senza una maggioranza chiara a suo sostegno. In quel modo, potrebbe governare senza l’assillo della sinistra radicale e mettendo in pratica una buone dose di pragmatismo.

I sondaggi, però, segnalano che anche per il Congresso la coalizione di sinistra sarebbe in netto vantaggio. Politiche di deficit spending non deporrebbero a favore di un investimento nei bond messicani. Vero è, comunque, che le partite correnti sono tornate in attivo. Significa che nell’economia affluisce più valuta estera di quanto non ne esca. Ciò è dovuto grazie ai movimenti dei capitali, mentre il saldo commerciale resta negativo, malgrado le esportazioni verso gli Stati Uniti garantite dall’accordo di libero scambio noto come Nafta.

Pemex elefante nella cristalleria

Le politiche populiste di Amlo sono qui per restare. Le tensioni tornerebbero con Washington nel caso di vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre. Non c’è solo la questione del muro a dividere i due paesi, quanto anche proprio quel Nafta già rimaneggiato nei quattro anni di presidenza del tycoon. Sui bond messicani aleggiano anche i rischi di credito di Pemex, una compagnia mal gestita e che sotto Amlo ha visto peggiorare la governance. Ad oggi beneficia di quotazioni petrolifere elevate, ma cosa accadrebbe con un loro ripiegamento? Lo stato metterebbe mano al portafogli per l’ennesima volta, ma ciò deteriorerebbe la sua affidabilità creditizia.

Narcos pesano negativamente sui bond messicani

Narcos pesano negativamente sui bond messicani © Licenza Creative Commons

Narcos rischio per bond messicani

Infine, la criminalità. Pur in calo dal picco degli anni passati, ci sono ancora circa 30 mila omicidi all’anno, in gran parte ad opera dei narcos. A titolo di confronto, il tasso risulta essere una quarantina di volte più elevato dell’Italia. Questa condizione di estrema violenza quotidiana pesa sull’immagine del paese all’estero. Disincentiva gli investimenti stranieri e crea rischi anche a carico dei bond messicani per il riflesso negativo che ha sui tassi di crescita del Pil. A parte il rimbalzo post-pandemico del +5,8% nel 2021, per trovare un dato almeno pari al 5% dovremmo tornare al 2010. E per un’economia emergente crescere molto al di sotto non è tanto.

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