Venerdì sera, l’agenzia di rating Moody’s annunciava la sua decisione di tagliare l’outlook sui BTp, portandolo da “stabile” a “negativo”. La mossa è stata giustificata con l’anticipo delle elezioni politiche al 25 settembre prossimo. Non si tratta di un declassamento, dato che il giudizio è rimasto invariato. I taglio dell’outlook si sostanzia in un monitoraggio del rating nei mesi successivi, a seguito del quale potrebbe arrivare il “downgrade” vero e proprio. E c’è da dire che sarebbe una prospettiva da incubo per l’Italia.

Moody’s già oggi valuta i BTp con rating BBB-, il più basso dell’area “investment grade”. Un ulteriore declassamento scaraventerebbe il nostro debito pubblico tra gli emittenti “speculativi”. Sarebbe “spazzatura” per i mercati. Molti fondi d’investimento non potrebbero più detenerlo in portafoglio per via delle limitazioni previste dai rispettivi statuti.

Rating BTp, la risposta del Tesoro

Il Tesoro non è rimasto a guardare. Ha definito la decisione di Moody’s “opinabile” e ha pubblicato una lettera di risposta all’agenzia per dimostrare come il taglio dell’outlook sia stato un passo sbagliato. Ha notato come la crescita dell’economia italiana l’anno scorso sia stata nettamente superiore alle previsioni e quella acquisita per quest’anno è al 3,4%, sopra le previsioni ufficiali del governo.

Gli stessi conti pubblici, spiega il Tesoro, sono migliorati nettamente nel 2021 e quest’anno nei primi sette mesi il fabbisogno finanziario segna una riduzione di 45 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E ciò anche al netto delle sovvenzioni del Recovery Fund (10 miliardi). Sempre il Tesoro cita la risalita dell’occupazione (ai massimi dall’inizio delle rilevazioni ISTAT nel 1977) e gli stoccaggi di gas al 74% tra i fattori positivi per l’Italia in questa fase. Infine, spiega come le elezioni anticipate non siano un’anomalia nel contesto delle democrazie europee e che dopo le elezioni il lavoro sul PNRR proseguirà spedito.

Pertanto, l’elevato rapporto tra debito pubblico e PIL, in forte discesa già nel 2021, sarebbe già scontato nelle valutazioni dell’agenzia.

I rischi reali per l’Italia

Una difesa d’ufficio senz’altro d’obbligo per il governo uscente, per quanto non scontata. La minaccia al rating BTp si scontra con la narrazione del premier Mario Draghi, ribadita proprio qualche giorno prima di Moody’s, secondo cui l’economia italiana sia andata bene, pur con “nubi all’orizzonte”. D’altra parte bisogna ammettere che l’agenzia abbia suonato l’allarme a ragion veduta. Lo spread sale ai massimi da inizio pandemia e solo l’intervento della BCE questa estate ha permesso ai rendimenti italiani di restare sotto i livelli di guardia.

Insomma, Moody’s prende atto che i mercati non si fidino dei BTp. L’aumento dei costi di emissione finirà per impattare negativamente su conti pubblici già squilibrati. Queste non sono invenzioni dell’agenzia, la quale evidentemente non abbocca alla narrazione di un’economia italiana in accelerazione rispetto ai suoi ritmi pre-Covid. Con l’augurio che si sbagli e che abbia ragione il governo italiano. Un declassamento a “junk” non potremmo permettercelo.

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