Solo poche settimane fa vi abbiamo dato conto dell’emissione della quinta tranche del bond con scadenza 2117 e cedola 2,10% (ISIN: AT0000A1XML2) dell’Austria. Il rendimento esitato all’asta di fine giugno è stato di appena l’1,17%, segno della disperata ricerca di valore da parte del mercato, dato che ormai un titolo con alto rating non offre rendimenti positivi, se non sulle lunghissime scadenze e raramente si avventura nei pressi dell’1%. Quello che non avremmo immaginato facilmente è che quel rendimento oggi sarebbe giudicato persino molto allettante.

Eppure, sono passate solo 5 settimane. Il fatto è che da allora le prospettive di politica monetaria nell’Eurozona e negli USA sono diventate ancora più accomodanti. Anzi, la Federal Reserve ha anche iniziato a tagliare i tassi, pur usando toni formalmente da “falco”.

Bond a 100 anni dell’Austria emesso all’1,17% e il governo ha fatto cassa

Ebbene, lo stesso bond che poco più di un mese fa venne piazzato sul mercato a 154, oggi lo si acquista a 182,53, cioè a circa il 18,5% in più. Tanto ci guadagnerebbero in meno di 40 giorni coloro che avessero acquistato parte dell’ultima tranche all’asta per rivendere oggi. Molto meglio è andata a chi avesse fiutato l’affare già all’inizio dell’anno, perché in questi poco più di 7 mesi del 2019 il bond secolare austriaco ha messo a segno un rialzo di ben il 57%. Stiamo parlando di un clamoroso boom, trainato chiaramente dall’elevata duration del titolo (58,5), che fa sì che piccole variazioni dei rendimenti facciano esplodere o implodere i prezzi.

Rendimento a 100 anni nettamente sotto l’1%

Altro aspetto a dir poco stupefacente è il livello di rendimento al momento offerto da questo bond: 0,70%! Chi lo acquistasse, dunque, alla scadenza tra quasi 100 anni potrà dire di essersi portato a casa attorno al 20% lordo dell’investimento. Anzi, lo diranno certamente i figli o i nipoti.

Del resto, i rendimenti sono diventati negativi lungo l’intera curva delle scadenze in Germania, per cui oggi nemmeno il Bund a 30 anni offre qualcosa di positivo. E poche ore fa, anche dall’altro capo del mondo si è toccato un nuovo minimo storico: il bond a 10 anni dell’Australia è sceso per la prima volta sotto l’1%, in previsione di “tassi bassi più a lungo” di quanto sinora previsto, stando all’ultimo board della Reserve Bank of Australia.

L’Austria e il bond a 100 anni all’1%, follia che può far saltare l’euro 

In America, i rendimenti dei Treasuries appaiono relativamente “normali”, ma per il decennale sarebbe solo una questione di tempo, prima che tocchi nuovi minimi storici, battendo il precedente 1,40% del 2016. Tornando all’Austria, se oggi Vienna decidesse di emettere una sesta tranche del medesimo bond a 100 anni, rispetto a giugno farebbe ancora più cassa, perché su un miliardo di indebitamento, riceverebbe un bottino quasi doppio, cioè di oltre 1,8 miliardi, per cui utilizzerebbe l’extra-gettito per abbattere verosimilmente altri debiti in scadenza. Il fatto è che parliamo di un titolo emesso nel 2017 con cedola ormai da considerarsi un sogno per la sua entità.

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