E’ stata l’emissione dei record quella avvenuta in settimana in Grecia a proposito del nuovo bond a 10 anni. Ne sono stati segnati ben tre in una volta. La soddisfazione ad Atene è diventata immediatamente palpabile, tanto da far dire al ministro dell’Economia, Costis Hatzidakis, che sono stati premiati gli sforzi del governo in ordine alla politica economica condotta in questi anni. Il titolo di cui parliamo ha scadenza in data 15 giugno 2034 e, quindi, aggiorna di circa un anno il precedente “benchmark”.

Ha attirato ordini sopra i 35 miliardi di euro, i più alti di sempre per questo paese. E siamo al primo record.

Risultati del collocamento

Il Tesoro ha deciso, infine, di offrire 4 miliardi di euro, l’importo più alto sin dal 2010, anno in cui la Grecia andò in bancarotta e fu costretta a chiedere il primo dei tre salvataggi internazionali per complessivi 326 miliardi in tre anni. Questo è stato il secondo record. Poi, arriviamo al rendimento esitato dal collocamento sindacato: +80 punti base sul tasso “miswap”, il più basso nella storia ellenica. E questo è stato il terzo record. Con questa operazione il Tesoro ha già coperto il 40% delle sue emissioni attese per quest’anno in 10 miliardi.

In effetti, a fronte di una cedola del 3,375%, il bond della Grecia a 10 anni è stato prezzato a 99,13 centesimi, fissando così il rendimento lordo annuale al 3,478%. Un grande successo. Superato quello di tre anni fa, quando in piena pandemia Atene attrasse 30,3 miliardi per il suo nuovo decennale da 3,5 miliardi. A cosa si deve tanta smania tra gli investitori? I bond della Grecia sono tornati “investment grade” per tre agenzie di valutazione su quattro. Manca solo la promozione di Fitch, che ad oggi assegna loro il giudizio Ba1, il più alto dell’area “junk”, ma sarebbe solo questione di tempo.

Bond Grecia, spread inferiori ai BTp

Grazie a questi upgrade, i fondi possono acquistare nuovamente i bond della Grecia.

E lo stesso dicasi della Banca Centrale Europea nell’ambito del suo vecchio programma monetario, pur cessato, noto come Quantitative Easing. Non a caso gli spread lungo la curva risultano da mesi ormai stabilmente sotto i livelli italiani. L’80% del debito pubblico ellenico, ancora al 165% del PIL e il più alto dell’Eurozona, è in forma di prestiti erogati dai governi europei. Solo per il 20% si ha in titoli di stato, per cui il rischio default risulta paradossalmente più basso di quello italiano.

Il bond a 10 anni della Grecia offre qualcosa come circa mezzo punto percentuale in meno del BTp di pari durata. Tuttavia, la nuova emissione ha visto restringere il differenziale a meno di 30 punti base o 0,30%. Ciò si deve al fatto che la scadenza è stata aggiornata al 2034, mentre fino a quel momento il confronto avveniva tra un BTp in scadenza nel 2034 e un “sirtaki” bond da rimborsare nel 2033. Resta il fatto che l’ottimismo continua a premiare Atene. Soltanto una dozzina di anni fa, la pesante ristrutturazione del debito con un “haircut” da 107 miliardi. E nove anni fa si parlava insistentemente di Grexit, sfiorata e schivata per un pelo.

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