Da reietti a ‘super star’ nel giro di qualche mese. E’ la storia di questi bond emergenti, oggetto di vendite a pioggia fino al marzo scorso e in fortissima risalita dal mese successivo. Parliamo dei titoli di stato dell’Ecuador, reduci da una tornata elettorale importante e dalla quale è emersa la vittoria a sorpresa del candidato conservatore Guillermo Lasso. In pochi vi avevano scommesso, almeno fino al primo turno. Invece, l’ex banchiere è riuscito a conquistare la presidenza contro lo sfidante socialista e protegé di Rafael Correa, molto mal visto dagli investitori.

L’Ecuador è andato in default solamente un anno fa, quando ha ristrutturato bond in dollari per un controvalore di 17,4 miliardi. Il Fondo Monetario Internazionale ha subordinato l’erogazione dei prestiti all’attuazione di politiche di austerità fiscale. Secondo gli accordi, Quito dovrà aumentare la pressione fiscale del 2,5% del PIL. Ma Lasso ha legato l’aumento delle tasse alla crescita dell’economia, sostenendo che solo così intende recuperare gettito.

Bond emergenti trainati dai primi passi di Lasso

Gode di tassi di popolarità altissimi, al 73,5%. In poche settimane, ha eliminato un’imposta del 5% sull’espatrio dei capitali e abbassato o abrogato oltre 600 dazi differenti sulle importazioni. Ma il suo maggiore successo riguarda per l’opinione pubblica la corsa alle vaccinazioni: le dosi somministrate sono esplose dal 24% al 108% rispetto al numero degli abitanti in appena due mesi.

L’euforia per i primi successi di Lasso, riuscito apparentemente anche a conciliare il frammentato e polarizzato panorama politico ecuadoregno, si è tradotto in un boom spettacolare per i bond emergenti. In media, guadagnano circa il 30% quest’anno, il dato migliore al mondo. La scadenza in scadenza 31 luglio 2030 è passata da poco più di 37 centesimi degli inizi di marzo a 57 centesimi. La scadenza del 2035 ha nel frattempo toccato i 71,64 centesimi, partendo da 40,44. E la scadenza 2040 è esplosa da 36 a oltre 63 centesimi.

In sostanza, i guadagni di questi titoli sono arrivati a circa il 75% in pochissimi mesi.

Attenti a sottovalutare i rischi. Su tasse e lavoro, Lasso non è ancora intervenuto e non è dato sapere come otterrà un gettito più alto con un’economia attesa in crescita di appena il 2,5%. Sfangato lo scenario di un ritorno dei socialisti anti-americani al governo, i buoni propositi del nuovo presidente restano da concretizzare.

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