Il primo semestre del 2022 sarà ricordato come il peggiore almeno degli ultimi cinquanta anni sul mercato obbligazionario. Le perdite sono state pari a migliaia di miliardi di dollari in tutto il mondo. Il crollo delle quotazioni che ha accompagnato la reflazione ben più rapida e mercata delle attese non ha risparmiato praticamente nessuno. Persino i Bund sono collassati e i rendimenti negativi sono quasi scomparsi nella stessa Germania, che ne è stata la patria per anni. Movimenti estremi hanno riguardato certamente le scadenze più lunghe, come ci segnala il bond a 100 anni dell’Austria.

A dire il vero, dovremmo parlare al plurale, dato che Vienna ha emesso due “Matusalemme” nel giro di meno di tre anni. Oggi, però, faremo riferimento al secondo. Fu battezzato alla fine di giugno del 2020, in piena pandemia. I tassi di mercato erano precipitati con la crisi e l’Austria pensò bene di tornare a finanziarsi sui mercati con una nuova scadenza ultra-lunga.

Bond 100 anni, rally da favola

Il suddetto bond a 100 anni fu emesso con scadenza 30 giugno 2120 e cedola 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4). La quotazione toccò il massimo nel dicembre del 2020, quando sfiorò 139. In quel momento, offrì un rendimento lordo di circa un terzo di punto percentuale. Siamo all’apice dell’era dei rendimenti negativi sul mercato obbligazionario globale. Il 21 giugno scorso, toccava il minimo storico di poco superiore a 40 centesimi. Il rendimento era risalito in area 3,75%.

Ma c’è una buona notizia per gli obbligazionisti. Il secondo semestre è iniziato già alla riscossa. A voler essere pignoli, il recupero dei prezzi è partito nelle ultime due settimane di giugno. La paura per la recessione ha riportato molti capitali sull’obbligazionario, allettato anche dalla drastica risalita dei rendimenti. Il bond a 100 anni dell’Austria, che aveva accusato il colpo di grazia durante la fase negativa, nelle ultime settimane sta beneficiando dell’inversione di tendenza.

Il 2 agosto scorso, la quotazione sfiorava i 64 centesimi, registrando un boom di circa il 58% dai minimi di neppure un mese e mezzo prima. Pur in calo a 59 centesimi, ieri offriva oltre il 2,50%, ben meno dell’apice di giugno.

Esempio di investimento

Facciamo un esempio pratico per capire quanto siano stati cospicui i guadagni in così breve tempo. Se ai minimi di giugno avessimo investito 1.000 euro nel bond a 100 anni, avremmo speso appena 403,50 euro. Rivendendolo ai prezzi di inizio agosto, avremmo incassato 636,80 euro. Siamo a +58%. E nel frattempo avremmo anche incassato il rateo della cedola per il periodo di detenzione, pari a circa 0,10% nominale, cioè lo 0,24% rispetto al capitale effettivamente investito.

Data la bassissima cedola e la lunghissima durata, risulta difficile immaginare un prosieguo del rally altrettanto spettacolare. La quotazione incontrerà elevate resistenze ad avvicinarsi nuovamente alla pari. Ma più il rischio di recessione avanzerà nell’Eurozona, maggiori le probabilità di ulteriori rialzi dei prezzi. Peraltro, il calo delle ultime sedute sarebbe in buona parte dovuto alla monetizzazione dei guadagni, fino ad allora virtuali.

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