La crisi in Ucraina sta mettendo a dura prova Gazprom. La più grande compagnia russa di estrazione e distribuzione di gas naturale del mondo registra un calo degli utili del 7% a causa delle minori vendite di gas alle repubbliche ex sovietiche (Ucraina in testa), scese del 21% a 420 miliardi di rubli (8,5 miliardi di euro).

 

Ma se Gazprom ha sofferto in patria, le vendite in Europa sono cresciute ai massimi in volumi dal 2008, per un progresso del 15% a 174,3 miliardi di metri cubici.

Nel passato esercizio l’utile netto è calato da 1.220 a 1.140 miliardi di rubli (da 24,6 a 23 miliardi di euro). Nell’anno cresce invece del 18% l’utile operativo a 1.600 miliardi di rubli (32,3 miliardi di euro). Tuttavia – secondo quanto si legge dai commenti che hanno accompagnato la pubblicazione dei conti – le crescenti tensioni tra Mosca e Kiev hanno causato “nuove preoccupazioni” sulle consegne verso il vecchio continente, che passano soprattutto per l’Ucraina. Ogni contrasto con il Paese vicino “può potenzialmente portare ad una riduzione delle forniture” all’Europa.

 

Obbligazioni GazpromBank in forte calo

 

gazprombank

La diffusione dei dati non ha avuto particolare impatto, né sulle quotazioni del titolo, né su quelle dei bond, peraltro già assorbite da qualche settimana. Certo è che i rendimenti delle obbligazioni Gazprom e GazpromBank (la banca del colosso energetico), classificate dalle agenzie internazionali di rating come “sicure” (BBB- per S&P e Baa3 per Moody’s)  ne hanno risentito parecchio. Il bond in euro GazpromBank 3,984% 2018 (Isin XS0987109658) scambia intorno a 95,80 per un rendimento lordo a scadenza di circa il 5%. Lo scorso mese di gennaio quotava 104 (vedi grafico). Tonfo anche per il bond in franchi svizzeri di recente emissione, passato da 102 a 96. L’obbligazione senior unsecured GazpromBank 2,375% (Isin CH0222948710) scade nel 2016 e offre un rendimento del 4,04%. La crisi Ucraina pesa sui conti del colosso energetico per oltre 1,5 miliardi di dollari e, nonostante le continue trattative e gli sconti applicati in bolletta a Kiev, i pagamenti sono risultati insoluti, così come la metà di quelli all’interno degli stati della Russia che sistematicamente vengono disattesi.

Così, l’unica via per far soldi per Gazprom è quella di continuare a fornire gas all’Europa, passando per l’Ucraina, territorio ormai divenuto strategico e punto di passaggio indispensabile, ora minacciato dalle tensioni interne e rischio di guerra civile.

 

Rendimenti sopra il 7% per le obbligazioni Gaz Capital

 

gaz

A risentire di questa profonda instabilità politica ed economica sono state anche le obbligazioni della stessa Gazprom, soprattutto quelle più lunghe. Come il bond trentennale Gaz Capital S.A. 8,625% 2034 (Isin XS0191754729) emesso per 1,2 miliardi di dollari nel lontano 2004 e che è sceso da inizio anno da quota 122 fino a 110 per un rendimento lordo del 7,80%. Il bond, negoziabile per tagli minimi di 10.000 dollari, è stato letteralmente bersagliato dalle vendite (vedi grafico) con l’acuirsi delle tensioni fra Stati Uniti-Ue e Russia dopo l’annessione pacifica tramite referendum dello stato della Crimea alla Federazione Russa. Il rendimento del bond è andato ad allinearsi a quello offerto dall’altro titolo trentennale da 1,25 miliardi di dollari, il Gaz Capital S.A. 7,288% 2037 (Isin XS0316524130), sceso da 110 di inizio gennaio ai 97 di oggi. Secondo gli analisti si tratta di occasioni di acquisto e non certo di crisi del colosso energetico russo. Il dato interessante a sostegno di questa tesi è che Mosca non può interrompere il flusso di gas che attraversa l’Ucraina, perché, oltre a delle concrete conseguenze politiche, questa resta ancora l’unica via di accesso ai mercati dell’Europa occidentale tra cui anche l’Italia, visto che la metà del gas che arriva nell’Occidente europeo passa proprio dall’Ucraina, nonostante tutto.

 

Gazprom garantirà le forniture di gas in Europa e Cina

 

[fumettoforumright]Il debito dell’Ucraina con Gazprom per le forniture di gas raggiungerà a maggio i 3,5 miliardi di dollari.

Lo ha dichiarato il vice amministratore delegato del colosso russo Alexander Medvedev, aggiungendo che la società continuerà ad effettuare le consegne all’Europa attraverso l’Ucraina, sebbene non sia in grado di garantire che arrivino a destinazione. “Consegneremo il gas come stabilito dal contratto. Non abbiamo interesse a mancare i nostri impegni, i nostri ricavi dipendono in larga parte dall’Europa”, ha dichiarato Medvedev. Gazprom è inoltre in trattativa avanzata con China National Petroleum sul prezzo del gas destinato alla Cina. Non è stato tuttavia ancora perfezionato alcun accordo. La società statale russa ha precisato in una nota che “sono stati compiuti progressi significativi nel processo di negoziazione sulla preparazione del contratto per le forniture di gas” al termine dell’incontro a Pechino tra il presidente di Cnpc, Zhou Jiping, e l’omologo russo Alexei Miller.