Ispirarono la teoria evoluzionistica di Charles Darwin in pieno Ottocento con le loro tartarughe giganti, le iguane e i fringuelli. Le isole Galapagos si trovano nell’Oceano Pacifico e appartengono da un punto di vista giurisdizionale allo stato sudamericano dell’Ecuador. Ieri, il suo governo ha concluso un accordo, tecnicamente noto come “debt-for-nature swap” con l’emissione di un titolo obbligazionario subito ribattezzato “Galapagos Marine Bond”. L’importo collocato sul mercato è stato di 656 milioni di dollari, il più alto sinora emesso per questa tipologia di titoli.

Più che la novità in sé, ha fatto positivamente impressione la dimensione dell’accordo.

Termini dell’accordo

Soltanto qualche giorno prima, Credit Suisse aveva riacquistato obbligazioni di stato emesse dall’Ecuador per un controvalore nominale di 1,63 miliardi di dollari, ma a sconto sul mercato secondario di circa il 60%. Per il paese si è trattato, quindi, di un risparmio di circa 1 miliardo. Non pochi per un emittente andato in default nel 2020 su un debito estero intorno ai 17 miliardi di dollari. Ieri, l’annuncio del secondo step della complessa operazione: Galapagos Bond per 656 milioni, di cui 85 garantiti sul piano creditizio dalla Banca Inter-Americana per lo Sviluppo e altri 656 milioni da US International Development Finance Corp in relazione al “rischio politico”.

Grazie a queste solide coperture internazionali, il Galapagos Bond è stato emesso con cedola del 5,645%. Non tanto per una scadenza nel lontano 2041. Anche perché, oltre ad essere andato in default di recente, l’Ecuador è tornato nuovamente fonte di tensioni finanziarie. Il Congresso ha avviato la procedura d’impeachment contro il presidente conservatore Guillermo Lasso, accusato di appropriazione indebita. L’interessato respinge gli addebiti.

Tenete presente che i bond dell’Ecuador in questa fase offrono rendimenti esplosivi. La scadenza 2035 con cedola 2,5% presenta una quotazione di appena 40 centesimi. Quella del 2030 sotto i 55 centesimi, a fronte di un tasso del 5,5%. E dire che persino Credit Suisse, che è stata indispensabile nella realizzazione dell’affare, sia stata al centro di forti turbolenze a marzo, tanto da richiedersi un salvataggio ad opera dello stato svizzero attraverso la fusione con UBS.

Insomma, le premesse erano sfavorevoli. Tuttavia, il buon esito c’è stato lo stesso.

Galapagos Bond Ecuador, emissione ambientale e buon investimento

I risparmi attesi per l’Ecuador sono di 1 miliardo tra capitale e minori interessi pagati agli obbligazionisti, al netto dei 323 milioni vincolati da qui al 2041 al finanziamento della conservazione delle specie animali nell’arcipelago. Ogni anno, infatti, il governo sborserà 17 milioni a tale scopo. I Galapagos Bond possono considerarsi più formalmente bond blu, espressione che da anni fa riferimento alle obbligazioni emesse in relazione alla tutela delle acque marine o degli oceani. Il successo dell’operazione apre prospettive ancora più incoraggianti per questo segmento di mercato ancora minoritario rispetto, ad esempio, ai Green Bond.

Per gli investitori, l’opportunità di impiegare i capitali in un asset garantito da due istituzioni internazionali e a tassi di tutto rispetto. Se poi si ha anche una sensibilità ambientale, ancora meglio. Certo, c’è il rischio valutario di cui tenere conto da chi arriva dall’Eurozona. Il Galapagos Bond è denominato in dollari USA, il cui tasso di cambio contro l’euro potrebbe evolversi sfavorevolmente nei prossimi anni. Infine, il rischio di credito è garantito solo per il 13% del capitale nominale, mentre il rischio politico copre l’emissione integralmente. Sfumature a cui guardare prima di optare per l’investimento. Ma la bassa cedola segnala che il mercato sconta un rischio complessivo molto basso.

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