La casa automobilistica americana Ford ha annunciato nelle scorse ore il collocamento privato di obbligazioni convertibili a 5 anni “unsecured” per 2 miliardi di dollari. Alla notizia, le azioni della società hanno aperto in calo e perdono circa il 3% mentre scriviamo, attestandosi a 12,80 dollari, pur in rialzo del 155% su base annua e quasi del 200% rispetto ai minimi toccati nel marzo dello scorso anno. La raccolta dei capitali è finalizzata a finanziare “scopi generali, incluso il potenziale pagamento dei debiti”.

In effetti, le condizioni di mercato per le emissioni di bond sono nettamente migliorate rispetto a quelle che si generarono subito dopo l’arrivo della pandemia nell’Occidente.

Nell’aprile 2020, Ford emetteva obbligazioni non garantite per un controvalore di 8 miliardi di dollari e con cedole altissime. La tranche aprile 2023 dovette offrire l’8,5% (ISIN: US345370CV02), quella che scade nell’aprile 2025 ben il 9% (ISIN: US345370CW84) e quella aprile 2030, addirittura, il 9,625% (ISIN: US345370CX67). Del resto, il rendimento medio delle obbligazioni “junk” negli USA culminò all’11,38% a marzo, scendendo al 4,44% di questi giorni.

I primi bond di Ford con rating “spazzatura”: cedole molto alte, rischi pure

Boom delle obbligazioni “junk” emesse un anno fa

Non è stato ancora comunicato il “pricing” dell’emissione in corso, ma verosimilmente la cedola che verrà esitata sarà di gran lunga inferiore a quelle dell’anno scorso. E ciò vale a maggior ragione, trattandosi di un bond convertibile in azioni. Sappiamo che questo tipo di emissione si rivela tipicamente meno oneroso per le società, in quanto prospetta agli obbligazionisti la possibilità di maturare guadagni anche tendenzialmente elevati attraverso l’acquisizione delle azioni, nel caso in cui queste si apprezzassero sopra il valore di conversione, rendendo conveniente l’esercizio del diritto.

Ford ha rating “spazzatura”, cioè la doppia B per S&P e Moody’s. Tuttavia, ha chiuso l’esercizio 2020 con liquidità disponibile per 30,8 miliardi, a fronte di debiti per 24 miliardi.

E a febbraio, ha venduto il 14,1% di auto in meno su base annua, ma ben il +56,1% di auto elettriche. A tale riguardo, il valore assoluto delle vendite resta basso (appena 9.200 unità), ma la quota di mercato è salita al 12%.

Emettendo obbligazioni a costi contenuti, la casa automobilistica potrà rimborsare parte dei bond emessi meno di un anno fa, risparmiando sugli interessi e migliorando ulteriormente il suo “outlook” finanziario. Sarà anche per questo che le obbligazioni Ford hanno corso parecchio negli ultimi mesi. La scadenza residua a 2 anni si acquista oggi a 111, avendo segnato +13% dal suo debutto sul mercato secondario. Il rendimento risulta così sceso al 2,94%. La scadenza a 4 anni, invece, viaggia a una quotazione di 121, +25% dall’avvio delle negoziazioni a maggio. Pertanto, offre il 3,21%. Infine, il bond aprile 2030 sfiora la quotazione di 140, guadagnando il 40% in 10 mesi e offrendo un rendimento del 3,79%. Proprio quest’ultima tranche potrebbe essere oggetto principale di riacquisto, gravando di più sulle casse aziendali ed essendo di minori dimensioni, cioè dell’ammontare di 1 miliardo.

Obbligazioni Ford ora “spazzatura” per Moody’s, per il mercato corporate è allerta

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