La Commissione europea ha comunicato ieri che nel primo semestre del 2023 vi saranno emissioni di Eurobond per un valore fino a 80 miliardi di euro. Ma la parte più importante dell’annuncio è un’altra: tutte le emissioni saranno effettuate sotto la denominazione EU-Bonds. Ad oggi, invece, la denominazione è stata legata al singolo programma di utilizzo dei fondi. Ad esempio, le emissioni avvenute nell’ambito del piano varato durante la pandemia sono classificate Next Generation EU. E poi ci sono le emissioni SURE per finanziare la tutela dell’occupazione negli stati membri e quelle Macro-Financial Assistance (MFA).

Resteranno sotto l’insegna di “Green Bond” le emissioni di titoli del debito finalizzate a finanziare il disinquinamento.

Gli Eurobond che saranno emessi nel prossimo semestre finanzieranno per 70 miliardi gli obiettivi del Next Generation EU e per 10 miliardi quelli dell’MFA. Dal lancio del primo nel giugno dello scorso anno, sono state effettuate emissioni per 170 miliardi, di cui 140 erogati a 22 stati comunitari. Altri 7,2 miliardi sono stati stanziati con l’MFA a favore dell’Ucraina. In precedenza, a Kiev erano stati erogati 5 miliardi sin dal 2014. Gli aiuti previsti al 2023 ammontano a 18 miliardi.

L’obiettivo di raggruppare tutte le emissioni di Eurobond sotto un’unica insegna consiste nel potenziare la liquidità degli strumenti finanziari. Un obiettivo che la Commissione si prefigge di raggiungere anche costruendo un sistema di riacquisto (“repo facility”) per sostenere i primary dealers europei. E’ una buona notizia per quanti desidereranno acquistare titoli del debito dell’Unione Europea. Finalmente, viene meno la confusione che molti investitori individuali ad oggi incontravano nel capire chi emettesse cosa.

Eurobond sicuri e più redditizi dei Bund

Gli Eurobond non sono ancora molto popolari nei portafogli delle famiglie, sia perché poco noti, sia anche per le scarne emissioni sinora effettuate. Eppure, si tratta di titoli molto sicuri, tant’è che godono del rating tripla A da parte di tutte le agenzie di valutazione internazionali.

Il rischio di credito è sostanzialmente nullo. D’altra parte, offrono rendimenti superiori a quelli tedeschi. Per questo gli Eurobond possono essere la soluzione di chi volesse minimizzare il rischio e al contempo non si accontentasse dei rendimenti offerti dai Bund.

Tanto per fare qualche esempio pratico, l’Eurobond in scadenza nel febbraio 2033 e con cedola 2,75% (ISIN: EU000A3K4DW8) tratta sotto la pari a 98,70 centesimi. Offre, quindi, un rendimento vicino al 2,90%. Il decennale tedesco, invece, non arriva al 2,30%. Abbiamo un premio di 60 punti base, che implica un maggiore rendimento cumulato alla scadenza nell’ordine del 6%. Sul tratto lungo della curva, troviamo l’Eurobond MFA in scadenza nel marzo 2053 e cedola 3% (ISIN: EU000A3K4DY4). Rende anch’esso quasi il 2,90%, a fronte del 2,08% del Bund a 30 anni. Qui, il premio sale a 80 punti base, qualcosa come circa il 25% cumulato alla scadenza.

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