I rendimenti scendono nell’Area Euro e l’Unione Europea ne approfitta per raccogliere capitali a costi inferiori a quelli che avrebbe spuntato solamente pochi giorni fa. Martedì, ha tenuto un collocamento sindacato per l’emissione di un eurobond in doppia tranche. Nel dettaglio, ha offerto sul mercato un nuovo green bond a 10 anni con scadenza 4 febbraio 2033 (ISIN: EU000A3K4DW8) per l’importo di 6 miliardi di euro. Ha attirato ordini per 33 miliardi solo con questo titolo. E così ha potuto fissare il rendimento a +1 punto base sopra il tasso “mid swap” dai +3 bp previsti all’avvio dell’operazione.

Sulla base dei tassi di mercato che abbiamo verificato vigere nelle ore precedenti all’emissione, il rendimento esitato è stato del 2,96%. Nel dettaglio, cedola fissa lorda del 2,75% e prezzo di emissione a 96,54 centesimi.

La seconda tranche dell’eurobond ha durata di 30 anni e scade in data 4 marzo 2053 (ISIN: EU000A3K4DY4). L’importo offerto è stato di 2,5 miliardi di euro, a fronte degli oltre 23 miliardi richiesti. L’alta domanda ha ristretto il rendimento di un paio di punti base a +74 sul tasso “mid swap”. In questo caso, è stato fissato al 3,065%. La cedola annua lorda è del 3% e il prezzo di emissione è stato di 98,714 centesimi.

A conti fatti, l’eurobond dual tranche di martedì ha attirato ordini per oltre 56 miliardi per 8,5 miliardi offerti. L’Unione Europea si conferma un emittente molto ricercato dagli investitori per via del suo rating AAA. Di fatto, il suo debito è considerato un bene rifugio per il mercato nelle fasi di tensione. C’è da dire che l’elevata domanda è insita nei collocamenti sindacati. Le banche che si sono occupate dell’emissione sono state Credit Agricole, Goldman Sachs, Lbbw, Morgan Stanley e Unicredit.

Eurobond su in prospettiva

Rendimenti al 2,96% per un decennale e poco sopra il 3% per un trentennale sono soddisfacenti, considerato che parliamo di eurobond.

Pensate soltanto che nel 2020 l’Unione Europea emise un trentennale con cedola 0,30% e rendimento di poco superiore allo 0,30%. Quel bond arrivò a offrire rendimenti negativi all’avvio delle negoziazioni sul mercato secondario. Oggi, rende circa il 3,10% con una quotazione di appena 49 centesimi.

Questo esempio ci aiuta a capire da dove siamo partiti poco tempo fa. Gli eurobond erano venduti a prezzi altissimi e staccavano cedole irrisorie. Oggi, le cedole sono relativamente elevate e i prezzi dei vecchi titoli sono sprofondati. Pertanto, l’emissione di martedì può risultare interessante nel prossimo futuro. Una volta che il mercato inizierà a scontare un taglio dei tassi, ad apprezzarsi maggiormente saranno gli eurobond con scadenze lunghe. La tranche a 30 anni potrebbe farci realizzare plusvalenze anche elevate, ma non sarebbe molto di meno la tranche a 10 anni. I decennali europei rendevano sottozero sotto la pandemia, tanto da essere stati emessi persino senza cedola.

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