Questa settimana, il Tesoro ha annunciato e subito proceduto ad affidare a un gruppo di banche il collocamento sindacato per il nuovo BTp green 30 aprile 2035. L’operazione ha esitato una cedola fissa lorda del 4% annuo, corrisposta su base semestrale, un prezzo di aggiudicazione di poco sotto la pari e un rendimento lordo alla scadenza del 4,067%. Sulla base di queste condizioni di mercato, il Tesoro ha deciso di offrire 6,5 miliardi di euro, a fronte di ordini per 40 miliardi. Si è trattato del secondo titolo “verde” emesso dallo stato italiano.

Il primo fu il BTp green 2045 con cedola 1,50%. Al suo debutto raccolse 8,5 miliardi, a cui si aggiunsero nell’autunno successivo 5 miliardi con la riapertura tramite l’emissione di una seconda tranche.

In totale, circoleranno dai prossimi giorni titoli verdi sovrani dell’Italia per 19,5 miliardi di euro. Il successo dell’operazione dei giorni scorsi è stato reso possibile grazie agli investitori stranieri. A loro è stato assegnato il 68% dell’importo complessivo, mentre agli investitori domestici è andato il restante 32%. In pratica, più dei due terzi degli ordini sono arrivati dall’estero. Una buona notizia, specie in questa fase di transizione politica per l’Italia. L’appeal dei nostri titoli di stato resterebbe elevato, malgrado il periodo negativo sul piano dei rendimenti in forte risalita.

BTp green 2035, successo pagato caro

Nel dettaglio, al Regno Unito è andato il 24,3%, alla Francia il 10,6%, a Germania, Austria e Svizzera il 9,9%, alla penisola iberica l’8,4%, ai Paesi Bassi il 6,8% e al resto d’Europa il 4,8%. Solamente lo 0,6% è andato negli Stati Uniti, dove evidentemente di investire in titoli denominati in euro non c’è grande voglia in questo periodo.

Quanto alla tipologia degli investitori, il 44% sono stati fund manager, il 30,7% banche e il 19,8% investitori di lungo periodo (13,7% fondi pensione e assicurazioni, 6,1% banche centrali e istituzioni governative). Gli hedge fund hanno prenotato il restante 4,8%. Sappiamo quanto questi ultimi – noti spesso come “fondi speculativi” – stiano scommettendo massicciamente contro i titoli di stato italiani ed europei, in generale.

Riassumendo, grazie agli investitori stranieri è stato possibile emettere un importo consistente di BTp green 2035. L’altra faccia della medaglia è che tale buon esito si deve ai rendimenti elevati offerti dal nostro governo. Per essere chiari, all’estero non si guarda con sdegno ai titoli del debito pubblico italiano, purché siano ben più remunerativi di quelli di quasi tutti gli altri paesi dell’Area Euro. Insomma, un po’ di Italia nel portafoglio non fa mai male, ma proprio perché è Italia deve rendere di più.

[email protected]