E’ una fase così così per il mercato obbligazionario mondiale. La ripresa dell’inflazione e l’affievolimento della pandemia spingono gli investitori verso comparti più rischiosi e potenzialmente remunerativi, tra cui l’azionario. Ma esistono sempre opportunità da cogliere, specie se siete di fronte a un bond sovrano emesso da uno stato fiscalmente molto solido e che si mostra molto volatile sul secondario.

Oggi, vi presentiamo gli Oat a tasso fisso dello 0,5% con scadenza nel lontano 25 maggio 2072 (ISIN: FR0014001NN8) della Francia.

Il Tesoro di Parigi ha emesso questo bond sovrano a 50 anni all’inizio dell’anno. Allora, le condizioni del mercato obbligazionario erano parzialmente diverse. E ciò si è riflesso nel frattempo sui prezzi. La quotazione debuttò a inizio febbraio sopra 95 centesimi, mentre ieri chiudeva sotto 78,40. Il rendimento iniziale fu dello 0,60% contro l’1,05% attuale.

Il bond sovrano a 50 anni della Francia ha una durata quasi identica al nostro BTp 1 marzo 2072, con la differenza che questi offre una cedola fissa del 2,15% e un rendimento del 2,16%. Del resto, la Francia è un emittente con rating AA, mentre l’Italia sta a ridosso dell’area “spazzatura”. Ha evitato di finirci in piena pandemia solo grazie agli acquisti emergenziali della BCE con il PEPP.

Bond sovrano della Francia a bassissimo rendimento

Cosa possiamo farcene di un bond sovrano così avido? Finché non offrirà almeno un rendimento netto uguale al tasso d’inflazione, diremmo nulla. Tuttavia, non è detto che dovremmo tenerlo in portafoglio fino alla scadenza. L’alta volatilità del titolo offre spunti interessanti in un’ottica di trading. In meno di otto mesi di vita, ha toccato sul MoT di Borsa Italiana un minimo di 72,58 centesimi a maggio, salendo fino a un massimo di oltre 88 ad agosto.

In effetti, un bond sovrano percepito come sicuro e così longevo tende ad apprezzarsi piuttosto velocemente nelle fasi di tensione sui mercati.

Viceversa, crolla rapidamente quando tale tensione di allenta e c’è aria di normalizzazione. Nei prossimi mesi, quasi certamente la BCE dovrà ridurre gli stimoli monetari, cioè gli acquisti di bond. Il rialzo dei tassi resta escluso per il momento. Ciò porterà a un aumento dei rendimenti nell’area, ovvero a una riduzione dei prezzi. In teoria, meglio stare alla larga dal bond sovrano francese. Ma la restrizione delle condizioni monetarie potrebbe aumentare la volatilità sul mercato obbligazionario, fomentando quelle tensioni sopite dalla stessa BCE durante la pandemia. Qualche investitore correrebbe a ripararsi nei cosiddetti “porti sicuri” prima di vederci chiaro sugli esiti della manovra. La quotazione del titolo potrebbe momentaneamente salire, consentendo al possessore di maturare una qualche plusvalenza non irrilevante.

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