Il Tesoro ha reso noto che, al 30 settembre di quest’anno, sono stati emessi titoli di stato a medio-lungo termine per 210 miliardi di euro, a copertura di bond in scadenza per 191 miliardi. Il resto si è reso necessario per coprire il fabbisogno statale. Inoltre, nei primi nove mesi dell’anno lo stato ha incassato una tranche di 11 miliardi relativa al Recovery Fund europeo (NGEU). Per il quarto trimestre, a fronte di titoli di stato in scadenza per 50 miliardi e della seconda tranche di 21 miliardi del NGEU, il Tesoro stima emissioni lorde per 64 miliardi, cioè per circa 14 miliardi netti.

Ecco le tre scadenze in offerta

Allo stesso tempo, sono stati resi noti i tre nuovi titoli di stato in emissione nei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Eccoli:

  • BTp 3 anni, scadenza 15/01/2026 per ammontare minimo di 9 miliardi di euro;
  • BTp 7 anni, scadenza 15/12/2029 per ammontare minimo di 10 miliardi di euro;
  • BTp 10 anni, scadenza 01/05/2033 per ammontare minimo di 10 miliardi di euro.

Una precisazione: l’ammontare minimo fissato per ciascuna scadenza non si riferisce al quarto trimestre, bensì all’importo in circolazione per ciascun bond prima che il Tesoro emetta sulla medesima scadenza un nuovo “benchmark”. In altre parole, l’emittente garantisce per la congrua liquidità dei bond in offerta nel corso dei mesi successivi.

Quali cedole per i nuovi titoli di stato

Sulla base dei rendimenti in vigore in queste ultime sedute, possiamo immaginare che il nuovo BTp a 3 anni offra cedola del 3,25% o del 3,50%. Il BTp a 7 anni, invece, offrirebbe una cedola in area 4% e, infine, il nuovo BTp a 10 anni del 4,50%, se non del 4,75%.

I tre nuovi titoli di stato si mostrano, quindi, ben più generosi degli attuali “benchmark”. Il triennale eroga un tasso d’interesse lordo annuo di 1,85%, il bond a 7 anni del 3% il decennale del 2,50%. Chiaramente, le condizioni di mercato potranno mutare da qui alle rispettive emissioni e sulla base di esse il Tesoro si è riservato la facoltà di emettere ulteriori nuovi titoli di stato.

Nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDEF), il governo ha messo nero su bianco di attendersi per quest’anno un deficit pubblico in calo al 5,1% del PIL dal 7,2% del 2021. Le stime precedenti puntavano a un disavanzo del 5,6%. Pertanto, il prossimo governo avrà a disposizione un margine fiscale dello 0,5% (quasi 10 miliardi di euro) da utilizzare per fronteggiare le emergenze di questi mesi, caro bollette in testa.

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