Rendimenti in ritirata, rally obbligazionario più imponente e rapido dagli anni Ottanta, borse galoppanti. Il regalo di Natale quest’anno è arrivato con un certo anticipo per gli investitori. I segnali adesso ci sono tutti: è arrivato il momento di scommettere sui BTp “lunghi”, cioè con scadenze lontane. Volete un esempio? Il BTp 1 marzo 2072 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883) si sono apprezzato del 15,4% in due mesi esatti. La quotazione si è impennata da 49,10 a 56,68 centesimi. Tenuto conto anche della cedola maturata per il bimestre, il rendimento lordo a favore dell’obbligazionista sarebbe del 15,75%.

Rendimenti elevati in poche settimane

I bond a lunga scadenza hanno accusato il colpo maggiore dalla risalita dei rendimenti nell’ultimo anno e mezzo. Offrivano pochissimo fino ai primi mesi del 2022. Con il boom dell’inflazione alla doppia cifra, erano diventati reietti sul mercato. In parte, lo sono ancora. Affinché iniziassero a riacquistare appetibilità, infatti, i loro prezzi sono dovuti crollare. La scadenza italiana a 50 anni è schizzata da meno del 2,20% del gennaio 2022 a un massimo prossimo al 5% di questo inizio ottobre. Mentre scriviamo, rende il 4,32%.

A fronte di un calo del rendimento dello 0,60%, quindi, la quotazione è salita di oltre il 15%. E’ il bello di scommettere sui BTp lunghi. Essendo la loro “duration” elevata, la sensibilità del prezzo alle variazioni del rendimento sottostante si mostra altissima. Chiaramente, esistono altre scadenze, non necessariamente italiane e sovrane, ad avere approfittato nelle ultime settimane del cambio di rotta sul mercato obbligazionario. Pensate al bond a 100 anni dell’Austria, che ha segnato un guadagno del 23% in due mesi.

Scommettere sui BTp lunghi con dovuta prudenza

Certo, buona parte della risalita è andata perduta da parte di chi entrasse solo oggi sul mercato. Vi avevamo avvertiti per tempo che le soddisfazioni sarebbero arrivate. Allo stesso tempo, serve sempre prudenza nello scommettere sui BTp lunghi. Impiegare tutta o gran parte della liquidità su questi titoli comporta il serio rischio di dover attendere molto tempo prima di poter disinvestire senza riportare perdite in conto capitale.

E se un qualche evento imprevisto facesse risalire l’inflazione e, quindi, i rendimenti obbligazionari, l’appuntamento con i guadagni sarebbe rimandato anche di anni. Nel frattempo, le perdite virtuali si materializzerebbero.

In definitiva, scommettere sui BTp lunghi deve essere una scelta ponderata di investitori capaci di privarsi della liquidità per un periodo anche non breve. In ottica di diversificazione del portafoglio, solo una quota minoritaria dei propri impieghi dovrebbe essere destinata a questo genere di asset. Certo, se le principali banche centrali effettivamente taglieranno i tassi di interesse nel corso del 2024, il meglio arriverà proprio durante i prossimi mesi. Sembra che la direzione sia quella. Basti leggere i dati sull’inflazione. Geopolitica permettendo.

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