Stavolta non si può certo dire “buona la prima”. La riattivazione dei prestiti mirati a lungo termine alle banche dell’Eurozona da parte della BCE è stata un grosso flop ieri, quando sono stati richiesti appena 3,4 miliardi di euro. La prima asta T-Ltro è andata piuttosto male, mentre le aspettative erano state elevate nelle settimane scorse, anche perché questo era stato già a marzo il primo degli ulteriori stimoli monetari annunciato da Francoforte per sostenere la stabilità dei prezzi nell’area. Le aste si terranno fino al marzo del 2021 a cadenza trimestrale e la prossima sarà, quindi, a dicembre.

Si spera che allora i risultati saranno diversi, ma nel frattempo il segnale lanciato ai BTp è stato negativo.

Le aste T-Ltro erogano liquidità alle banche, vincolandola al sostegno dei prestiti a imprese e famiglie, ad esclusione dei mutui immobiliari. L’intento è di favorire il credito e tramite di esso far accelerare il tasso d’inflazione, grazie a una domanda interna più robusta. Tuttavia, aldilà dell’obiettivo formale, analisti e mercato intendono queste aste anche come un modo per accrescere gli acquisti di obbligazioni sovrane (e corporate), specie quelle di durata medio-breve, che sarebbero rimborsate entro la scadenza dei prestiti. In particolare, il successo delle aste T-Ltro viene collegato a una buona performance dei BTp corti, in quanto sono proprio i nostri titoli di stato il vero affare sul quale le banche, perlopiù italiane, si buttano nel caso posseggano liquidità abbondante.

Il QE2 della BCE di Draghi scatena gli acquisti di nuovi bond, nuovi record per BTp

Niente “carry trade” per i BTp?

Non a caso, dopo la diffusione dei dati negativi sulla prima asta, ieri i BTp hanno ripiegato, specie sulle scadenze più brevi. Il titolo che matura a settembre dell’anno prossimo è salito dal -0,25% al -0,20% e quasi identico è stato il balzo per il BTp aprile 2021 e cedola 0,05%.

Male anche il BTp aprile 2022 e cedola 1,20%, passato dal -0,09% al -0,04%. L’effetto “carry trade” atteso verrebbe meno, anche se bisogna ammettere che di liquidità ve ne sia fin troppa sui mercati e che il flop dell’asta sarebbe conseguenza proprio della relativa abbondanza di cui dispongono al momento le banche. In teoria, un ottimo segnale per lo stato di salute dei mercati finanziari.

Ad ogni modo, innegabile che il fatto che le banche dell’area non abbiano fatto richiesta di ulteriori prestiti implichi che abbiano aspettative negative sull’economia, per cui si mostrano poco disponibili ad accrescere il credito erogato. E magari riterrebbero di avere scarsi margini anche per realizzare ulteriori profitti nel panorama finanziaria, percependo che i prezzi di bond e azioni siano già altissimi. Può anche darsi, però, che abbiano rinviato gli acquisti alla prossima asta, quando avranno contezza dei primi passi mossi dalla BCE sotto il nuovo governatore Christine Lagarde. In fondo, quella di ieri è stata la prima delle nuove aste T-Ltro, ma l’ultima dell’era Draghi.

La BCE non stimola ancora le aspettative d’inflazione, lo dicono anche i BTp-i

[email protected]