Il mercato sovrano italiano è stato oggetto di forti vendite questa settimana, a seguito della pubblicazione del dato sull’inflazione nell’Eurozona. Salita mediamente all’8,1%, praticamente segnala non solo un rialzo dei tassi BCE certo per luglio – scontato da settimane – ma anche la possibilità che esso sia di mezzo punto percentuale e non di un quarto di punto come il mercato si attendeva fino a qualche seduta fa. Il BTp a 30 anni è il titolo di stato che offre di più in Italia.

Questa scadenza offriva martedì il 3,53% netto, quasi il doppio dell’1,81% netto di inizio anno. Da allora, la quotazione è crollata da oltre 93 a meno di 69 centesimi, segnando -26%.

Il BTp a 30 anni a cui facciamo riferimento è quello in scadenza l’1 settembre 2051 e che stacca una cedola annuale dell’1,70% (ISIN: IT0005425233). Chi lo avesse acquistato all’inizio dell’anno, avrebbe incassato da qui fino alla data del rimborso del capitale quasi il 50% netto in meno. In effetti, allora avrebbe portato a casa un rendimento complessivo pari al 53,7%, mentre in questi giorni conterebbe su oltre il 103%.

BTp a 30 anni, c’è la scadenza 2052

Ma a gennaio il Tesoro emise un nuovo BTp a 30 anni, scadenza 1 settembre 2052 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005480980). Già il tasso offerto risulta più adeguato alla fase che stiamo vivendo. Ciò non toglie che la quotazione dall’emissione sia scesa di circa il 25% a 75 centesimi. Il rendimento è contestualmente salito da 1,89% a 3,47%. Durata più lunga di un anno esatto rispetto al precedente trentennale, ma rendimento un po’ più basso. Qui, ci porteremmo a casa attualmente un rendimento netto complessivo del 105%. All’avvio delle negoziazioni sul mercato secondario, era a meno del 58%. Anche in questo caso, siamo a quasi +50% in pochissimi mesi.

In molti casi, però, chi inserisce il BTp a 30 anni in portafoglio lo fa per ragioni speculative: incassa una cedola fissa certa ogni sei mesi e scommette sul rialzo dei prezzi.

Se questa ipotesi si verifica nel giro di pochi anni, potrà uscire dal mercato maturando una plusvalenza tale da innalzare il rendimento netto effettivo ben sopra i valori indicati alla scadenza. Per il momento, non si nota alcuna tendenza stabilmente rialzista per i nostri bond. Ed è per questo che il mercato guarda essenzialmente alla cedola. Il BTp 2052 offre un tasso netto effettivo del 2,51%, nettamente maggiore del 2,17% del BTp 2051. Questa è la ragione per cui il prezzo del secondo è sceso più velocemente e il rendimento è salito di più.

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