Comunicato BCE di oggi dopo il board d’emergenza

Oggi il Consiglio dei Governatori ha avuto uno scambio di vedute sulla situazione attuale dei mercati. Da quando è iniziato il processo di graduale normalizzazione della politica monetaria nel dicembre 2021, il board si è vincolato ad agire contro i rinati rischi di frammentazione. La pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’Area Euro, che stanno contribuendo a una trasmissione irregolare della normalizzazione monetaria tra le giurisdizioni.

In base a tale valutazione, il board ha deciso di applicare la flessibilità nei reinvestimenti delle prossime scadenze con il portafoglio PEPP, al fine di preservare il funzionamento dei meccanismi di trasmissione, precondizione per espletare il mandato sulla stabilità dei prezzi.

Inoltre, ha dato mandato ai Comitati dell’Eurosistema per completare l’allestimento di un nuovo strumento contro la frammentazione monetaria.

Questo è stato il comunicato pubblicato oggi poco dopo le ore 14.00, che non annuncia un vero e proprio scudo anti-spread, ma sembra prospettarlo.

Tonfo dello spread in apertura di seduta. Il differenziale di rendimento a 10 anni tra Italia e Germania scendeva in prima mattinata a 227 punti base dai 246 della chiusura di ieri. I mercati si sono svegliati con una notizia clamorosa, che definire “storica” non appare esagerato: la BCE ha convocato una riunione d’emergenza del board per discutere delle tensioni finanziarie nell’Eurozona. In altre parole, per mettere a punto un piano anti-spread. Dopo la pubblicazione del suddetto comunicato, lo spread restava sotto 220 punti.

Come si è arrivati allo scudo anti-spread

Ieri sera, il consigliere esecutivo Isabel Schnabel aveva dichiarato che non esistono limiti alla capacità dell’istituto di contrastare la frammentazione monetaria nell’area, sostenendo che essa sia data essenzialmente dall’impegno di tutti a difendere l’euro. Ha aggiunto che non vi sarebbe la necessità di annunciare prima gli strumenti usati allo scopo, i quali saranno tarati caso per caso.

Ha, infine, citato l’OMT di Mario Draghi del 2012 e il PEPP del 2020 come strumenti di successo per ridurre le tensioni a carico di alcuni bond.

Tuttavia, queste affermazioni sono parse insoddisfacenti. Giovedì scorso, il board BCE aveva annunciato un rialzo dei tassi a luglio e la cessazione degli stimoli monetari da fine giugno. Non aveva, invece, adombrato alcuno scudo anti-spread in difesa dei titoli di stato nel Sud Europa, specialmente italiani. E così, il BTp a 10 anni ieri volava fin sopra 4,15% e lo spread BTp-Bund toccava i 250 punti. Livelli evidentemente considerati elevati per la stessa BCE, che ha deciso così di intervenire oggi.

In attesa del rialzo dei tassi FED

E la data del board d’emergenza non è stata neppure casuale. Quando da noi sarà sera, la Federal Reserve annuncerà il suo terzo rialzo dei tassi consecutivo. Stando alle previsioni, possibile che sarà di 75 punti base o 0,75%. Senza una previa difesa del suo mercato, la BCE rischia di assistere all’esplosione degli spread in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, un fatto che limiterebbe le sue azioni di politica monetaria. Impossibile sarebbe, infatti, alzare i tassi contro l’alta inflazione con un’Eurozona così frammentata e che quasi certamente porterebbe il Sud Europa in recessione.

Si tratta di un “do ut des”. La BCE difenderà i bond italiani, in particolare, ma in cambio il board avallerà una stretta monetaria più dura di quanto sinora previsto. Se per luglio si prospetta un rialzo dei tassi dello 0,25%, per settembre si parla già dello 0,50%. E ieri, il governatore olandese Klaas Knot ha affermato che per settembre le opzioni non sono limitate a una stretta di mezzo punto percentuale. Il banchiere segnala, quindi, sia la possibilità che i tassi saranno alzati in misura ancora più marcata per quel mese, sia che seguiranno ulteriori aumenti entro la fine dell’anno, cioè ai board di ottobre e dicembre.

L’impatto sul cambio euro-dollaro

Grazie al board di oggi, la BCE punta anche ad arrestare la caduta del cambio euro-dollaro, che contribuisce ad innalzare l’inflazione nell’area. A fronte di una stretta vigorosa della FED, il mercato forex sconta una BCE tentennante proprio sulle tensioni finanziarie interne. Ma dopo la decisione di oggi, le remore per alzare i tassi verrebbero parzialmente meno. Il resto lo farà l’andamento della guerra tra Russia e Ucraina. Finché dura, i prezzi di petrolio e gas resteranno altissimi, a discapito della stabilità dei prezzi nell’area. Sarà un caso, ma sembra che negli ultimi giorni il sostegno di Europa e USA all’Ucraina stia scemando. I governi tremano per via dell’inflazione alle stelle, che tanto disagio sociale sta già alimentando. Dopo il comunicato BCE odierno, il cambio euro-dollaro riduceva i guadagni, risultando pur sempre sopra i livelli di chiusura di ieri.

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