Si complica la situazione in Ucraina a quasi quattro cinque mesi dall’inizio dell’invasione russa. E le crepe iniziano a intravedersi sul piano finanziario. La compagnia statale del gas Naftogaz ha lanciato un invito agli obbligazionisti in possesso dei suoi bond denominati in valute estere, affinché accettino il “congelamento” per due anni dei pagamenti. Fino al luglio del 2024, insomma, non riceverebbero né il capitale, né le cedole. La scadenza più imminente si avrà tra pochi giorni, per l’esattezza in data 19 luglio e riguarda un’obbligazione in dollari da 335 milioni (ISIN: XS2027393938).

Lo stesso giorno, poi, l’emittente dovrà pagare la cedola del bond da 600 milioni di dollari con scadenza nel luglio 2024 (ISIN: XS2027394233). Infine, c’è un’altra scadenza nel novembre 2026 da 500 milioni di dollari (ISIN: XS2077601610).

Gli obbligazionisti avranno tempo fino al prossimo 21 luglio per votare. Se non accettassero la sospensione dei pagamenti, scatterebbe il default. Sarebbe problematico per Kiev, dato che a settembre anche il governo dovrà pagare una scadenza da 1 miliardo di dollari. La compagnia sostiene che la guerra stia privandola della liquidità sufficiente per provvedere alle obbligazioni. Molti clienti non hanno più la possibilità di pagare. Di fatto, tra 4 e 5 milioni di ucraini si trovano profughi all’estero.

Default Ucraina più vicino

Quanto allo stato, lamenta un deficit fiscale di circa il 2,5% del PIL al mese. Economisti indipendenti lo stimano al 25% nell’intero anno, quando nel 2021 si attestava al 3,5%. Dunque, la guerra inizia a pesare anche in termini finanziari. E dire che gli aiuti internazionali stiano tenendo a galla le partite correnti, positive negli ultimi mesi. Tuttavia, il governo difficilmente potrà destinarne l’uso ai pagamenti dei debiti esteri, avendo la necessità di finanziare, anzitutto, l’impresa bellica.

Le agenzie di rating hanno di recente declassato il giudizio sovrano ucraino a CCC+ (S&P), CCC (Fitch) e Caa3 (Moody’s).

Invece, hanno ritirato le loro valutazioni sul debito russo, formalmente in default per via delle sanzioni finanziarie dell’Occidente. Il mercato sconta sostanzialmente già il default di Naftogaz, visto che la quotazione del bond 2024 si aggira sui 10 centesimi soltanto, mentre sale solo a 20 centesimi per il bond 2026. Paradossalmente, qualche fondo speculativo in questa fase può trovare conveniente fare incetta dei titoli per sperare di ottenere nel prossimo futuro pagamenti più elevati. Ma finché dura la guerra, persino gli istituzionali si terranno alla larga da questo genere di operazioni.

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