Non ci saranno altri aumenti dei tassi di interesse. Sebbene dalla Banca Centrale Europea (BCE) non sia arrivata ancora la comunicazione ufficiale – vedremo cosa dirà il governatore Christine Lagarde alla conferenza stampa post-board di questo giovedì – tutti i commenti dei suoi più autorevoli membri vanno in questa direzione. Persino i “falchi” hanno ammesso che i dati sull’inflazione non giustificherebbero più una nuova stretta. L’Euribor da settimane ha smesso di salire. Il costo del denaro nell’Eurozona non sta più crescendo.

E questa è l’occasione per capire come si stiano comportando i bond ad esso indicizzati come il CcTeu con scadenza 15 aprile 2029 e spread dello 0,65% (ISIN: IT0005451361).

Euribor 6 mesi atteso in calo

Si tratta di una tipologia poco nota tra le famiglie. Avete presente il BTp Italia? Questo offre una cedola indicizzata all’inflazione, mentre il CcTeu la indicizza all’Euribor a 6 mesi. Nello specifico, il CcTeu 2029 offre lo 0,65% in più rispetto a questo tasso, che a sua volta viene monitorato ogni sei mesi. Sul mercato secondario presenta una quotazione di 98,45 centesimi. Ad essa corrisponde un rendimento dello 0,95%, al netto proprio dell’Euribor a 6 mesi.

Venerdì scorso, il BTp con cedola fissa e simile scadenza offriva il 3,44%. Di fatto, siamo in presenza di un differenziale appena inferiore al 2,50%. Questi sarebbe il tasso medio atteso da qui fino alla scadenza del CcTeu 2029 per l’Euribor a 6 mesi. Sempre venerdì scorso, esso si attestava al 3,935%. In soldoni, il mercato starebbe scontando un calo di questo tasso di quasi l’1,50% nella media dei prossimi cinque anni e quattro mesi rispetto ai livelli attuali.

CcTeu 2029, responso sui tassi di interesse

Cosa ci comunica, pertanto, il CcTeu 2029? Nel medio-lungo termine il costo del denaro nell’Eurozona sarà decisamente inferiore ad oggi. La BCE inizierà verosimilmente a tagliare i tassi di interesse entro la prossima primavera.

Le aspettative si stanno riposizionando velocemente. Pensate che soltanto due settimane fa il mercato scontava un Euribor a 6 mesi dell’1% più basso entro la scadenza del bond indicizzato. Questo significa che i tassi attesi sono scesi di un ulteriore mezzo punto percentuale. E poiché la dinamica dei tassi tende a seguire quella dell’inflazione, in sostanza stiamo affermando che lo spauracchio del carovita sarebbe alle spalle e che i prezzi al consumo cresceranno a ritmi ben più lenti nei prossimi anni.

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