C’è grande attesa per la comunicazione odierna delle cedole per il primo BTp Valore. Nel frattempo è arrivata una notizia positiva per lo stato italiano dalle ultime sedute sui mercati finanziari: i Buoni del Tesoro sono diventati più cari e, quindi, offrono rendimenti più bassi. Il trend favorevole è seguito al raggiungimento dell’accordo tra Casa Bianca e speaker della Camera negli Stati Uniti per alzare il tetto al debito americano ed evitare un rovinoso default. Lo scampato pericolo ha riacceso l’appetito per il rischio, spostando i capitali a favore degli asset percepiti meno sicuri come i nostri titoli di stato.

In appena tre sedute, i rendimenti sono precipitati. I Buoni del Tesoro a 2 anni offrivano ieri intorno allo 0,20% in meno rispetto a venerdì scorso, cioè intorno al 3,35%. Quelli a 10 anni scendevano di circa lo 0,35% e il bond più longevo con scadenza nel lontano 2072 arretrava di rendimento di circa lo 0,25%. I rendimenti cumulati fino alle rispettive scadenze sono diminuiti in pochissimi giorni rispettivamente dello 0,3%, del 3,4% e di quasi il 12%.

Un’altra conseguenza di questi movimenti è stato l’ulteriore appiattimento della curva. Infatti, la caduta dei rendimenti decennali è stata superiore a quella dei rendimenti biennali. Ed è così che ieri i Buoni del Tesoro a 10 anni offrivano circa lo 0,70% in più di quelli a 2 anni. Venerdì scorso, lo spread tra le due scadenze era in area 0,85%. Una curva più piatta significa diverse cose. La prima, che si riduce la convenienza ad investire sulle scadenze più lunghe. La seconda, che il mercato sconta condizioni monetarie più restrittive nel prossimo futuro.

Buoni del Tesoro più cari, ma curva piatta cattiva notizia per banche

In effetti, i Buoni del Tesoro a 2 anni prezzano le attese sui tassi d’interesse. La Banca Centrale Europea (BCE) quasi certamente li aumenterà di un altro 0,25% a metà giugno e probabilmente altrettanto farà a luglio.

A maggio, i tassi di riferimento erano saliti al 3,75%. In questo momento, la scadenza a 2 anni della Germania risulta circa l’1% in meno, -0,50% rispetto ai tassi sui depositi bancari (3,25%).

Per quanto riguarda il BTp Valore, a questo punto il rendimento con cui si dovrà confrontare per la scadenza dei 4 anni risulta sceso in area 3,50%. Era arrivato al 3,75% la scorsa settimana. Un quarto di punto percentuale in meno può sembrare poco, ma su una stima di 5 miliardi di euro di sottoscrizioni equivarrebbe ad una cinquantina di milioni di euro in meno da corrispondere agli obbligazionisti da qui alla scadenza.

Buoni del Tesoro dalla curva piatta, tuttavia, non è una bella notizia per le banche. Esse tipicamente prestano a lungo termine e raccolgono liquidità tra i clienti a breve. Se questa condizione perdurasse nel tempo, i margini d’interesse si ridurrebbero. Rischio finora inesistente, dato che continuano a remunerare i conti deposito a tassi da fame: 0,64% medio in aprile. Allo stesso tempo il tasso medio sui nuovi mutui è salito sopra il 4%. Ma la liquidità scemerà nei prossimi mesi, specie a seguito del rimborso dei prestiti ricevuti dalla BCE con le aste T-Ltro.

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