Lo hanno scritto tutti, il BTp€i 15 maggio 2036 (ISIN: IT0005588881) è stato un altro grande successo messo a segno dall’Italia in questi mesi. Il Tesoro lo ha offerto in collocamento questa settimana per un importo di 5 miliardi di euro. Ha attirato ordini per 41 miliardi, un record europeo per un bond indicizzato all’inflazione. Com’era avvenuto già con il lancio a inizio anno del nuovo BTp€i a 15 anni, il rapporto tra domanda e offerta è stato di oltre otto volte.

Stando ai dettagli forniti dallo stesso Tesoro, più dei tre quarti delle richieste soddisfatte sono arrivati dall’estero. Per l’esattezza, il 78,3% contro il 21,7% di ordini dall’Italia.

Forte domanda all’estero

In tutto, gli investitori istituzionali interessati e che hanno partecipato al collocamento del BTp€i 2036 sono stati oltre 170. Di questi, il 27,1% erano fund manager, il 24,8% banche, il 17,8% degli assegnatari sono stati fondi pensione e assicurazioni, il 23% banche centrali e istituzioni governative, il 5% hedge fund e il 2,3% è andato ad altri investitori.

Per quanto riguarda l’esatta provenienza geografica, il 62,3% di chi si è visto assegnare il BTp€i 2036 era dell’Europa, mentre gli investitori asiatici hanno inciso per il 16%. Nel dettaglio, la parte del leone l’ha fatta la Francia con il 14,8%, seguiti dal Regno Unito con il 13,2%, Penisola Iberica con l’11,4%, Paesi Scandinavi con il 10,1%, Germania-Austria-Svizzera con il 4,9%, Grecia con il 4,2%, Benelux con l’1,2% e altri Paesi europei con il 2,5%.

Rivalutazione del capitale tutta alla scadenza

Vediamo, adesso, come funziona questo BTp€i 2036. Esso staccherà fino alla scadenza una cedola reale minima garantita dell’1,80%, corrisposta su base semestrale allo 0,90%. Questo è un bond indicizzato all’inflazione Eurostat con riferimento all’indice dei prezzi nell’Eurozona e al netto della componente tabacchi. Dunque, si distingue dal BTp Italia, il quale si aggancia all’inflazione Foi (italiana) dell’Istat.

Ogni sei mesi, l’investitore riceverà in pagamento una cedola dello 0,90% calcolata sul capitale rivalutato dalla data di emissione secondo le variazioni registrate dall’indice Eurostat.

Ma la rivalutazione del capitale sarà corrisposta in un’unica soluzione alla scadenza. Questo significa che, a differenza del BTp Italia, gran parte del rendimento per il BTp€i 2036 arriverà solo alla data prevista per il rimborso o quando l’investitore deciderà di rivenderlo prima. Infatti, l’acquirente gli dovrebbe corrispondere non soltanto l’importo corrispondente alla quotazione di mercato, bensì anche la rivalutazione maturata sino a quella data.

BTp€i 2036, sovrapprezzo crescente con il tempo

A differenza del BTp Italia, che accredita ogni sei mesi la rivalutazione del capitale sul conto deposito titoli, l’obbligazionista riceverà tutto alla scadenza. E questo può portare a un significativo “sovrapprezzo” da pagare per il bond dopo un periodo prolungato dall’emissione. In ogni caso, il capitale del BTp€i 2036 non sarà mai pagato inferiore ai livelli nominali anche nel caso di riduzione dei prezzi. Una protezione che lo ha reso appetibile agli occhi degli investitori in fase di collocamento.

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