Al termine della terza giornata del collocamento, gli ordini sono saliti complessivamente a 8,69 miliardi di euro. La raccolta procede a ritmi discreti per il BTp Valore 14 maggio 2030 (ISIN: IT0005594491), malgrado l’offerta di un premio doppio rispetto alla media delle passate edizioni. Il bond retail aveva attirato prenotazioni in media per 14,13 miliardi nei primi tre giorni delle emissioni precedenti. Siamo un po’ sopra il 60% con l’operazione in corso, anche se i numeri non paiono negativi in valore assoluto.

Rendimento allettante con cedole step-up

Dicevamo, il BTp Valore maggio 2030 offre un premio doppio.

Questa affermazione è supportata dal confronto tra il rendimento di emissione e quello di mercato per il titolo del Tesoro di simile durata con cedola fissa. In effetti, le cedole step-up del 3,35% per i primi tre anni e del 3,90% per i successivi tre prospettano un rendimento lordo annuale medio del 3,625%. Ad esso si aggiunge lo 0,80% del premio fedeltà alla scadenza, pari a circa lo 0,13% all’anno. Ebbene, in tutto si arriverebbe intorno al 3,75%. Sul mercato secondario il rendimento del bond governativo ordinario si attestava ieri al 3,35%.

Tempi del collocamento sbagliati

Ed ecco dedotto il premio dello 0,40% per il BTp Valore maggio 2030. Si aggirava in area 0,20% per le passate emissioni. Tutto ciò sembra contrastare con i dati sulla domanda, più debole probabilmente delle stesse previsioni. Ad essere sinceri, i tempi del collocamento non sembrano azzeccati. Il Tesoro ha pensato bene di offrire un nuovo bond prima che la Banca Centrale Europea (BCE) inizi a tagliare i tassi di interesse. Il ragionamento è questo: le famiglie italiane comprano BTp per via dei rendimenti allettanti, ma se questi scendono troppo dopo giugno, è probabile che riducano in misura consistente i loro acquisti. Poiché l’obiettivo del governo Meloni è di nazionalizzare gran parte del debito pubblico in mano ai creditori istituzionali stranieri, meglio anticipare gli eventi.

Il fatto è che la scorsa emissione c’è stata appena due mesi fa. C’è stata una sollecitazione del risparmio eccessiva in così breve tempo. Ricordate cosa accadde sul finire dell’anno scorso? Gli acquisti di BTp tra le famiglie ripiegarono di poco prima di tornare a salire. Queste ne approfittavano per rivendere a prezzi più alti dopo il rally avutosi tra ottobre e dicembre. Con il capitale ottenuto dai disinvestimenti hanno potuto ributtarsi sul mercato sovrano sin dai primi mesi del nuovo anno. E la loro domanda fu effettivamente da record al collocamento di marzo.

Premio BTp Valore non basta

Negli ultimi mesi, tuttavia, i prezzi sono rimasti sostanzialmente invariati come i rendimenti. Non c’è stata una seconda grossa opportunità di rivendere per realizzare i guadagni recenti. Pertanto, l’emissione del BTp Valore in corso, pur con un premio allettante, non starebbe riuscendo a mostrarsi imperdibile per via della necessità prima avvertita di fare cassa sugli acquisti precedenti. E i prezzi non si muovono granché per le incertezze sul taglio dei tassi BCE. Ci sarà quasi certamente a giugno, ma dopo? L’inflazione resta sopra il target del 2% nell’Eurozona e il rischio recessione sembra essere stato scampato. Si prospetta uno scenario caratterizzato da pochi tagli entro l’anno, già ampiamente scontati e riflessi nei prezzi obbligazionari.

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