Seduta particolarmente positiva per i titoli di stato italiani, che beneficiano del trend rialzista che si registra sul mercato obbligazionario globale. Parte degli analisti sostiene che i guadagni di queste settimane sarebbero solo l’avvio di un rally più prolungato. Esso si alimenterebbe del calo dell’inflazione. In Italia, i bond che maggiormente si avvantaggiano di questa fase sono i cosiddetti BTp “Matusalemme”, così chiamati per la loro durata molto lunga. Si tratta di scadenze a 50 anni.

Ecco i due bond del Tesoro a 50 anni

Il primo del genere fu emesso nell’autunno del 2016 e riguardò il BTp 1 marzo 2067 con cedola 2,80% (ISIN: IT0005217390).

Questo titolo è sceso fino alla quotazione minima di 59,41 centesimi nei primi giorni di ottobre. Il rendimento arrivò a superare il 5%. Da allora, però, si è apprezzato di oltre il 13% e salendo fino ai 67,34 centesimi di oggi.

Il secondo BTp Matusalemme è arrivato agli inizi del 2021: scadenza 1 marzo 2072 con cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883). In questo caso, la quotazione minima è stata toccata sempre agli inizi di ottobre, ma a 49,10 centesimi. Oggi, risulta risalita a 55,66 centesimi. Anche in questo caso, i guadagni sono stati superiori al 13%. E tutto in poco più di un mese e mezzo.

Cedola effettiva

E quale cedola effettiva offrono i due BTp Matusalemme dopo i recenti rialzi? Per cedola effettiva intendiamo il rapporto tra tasso di interesse annuale corrisposto e quotazione del bond. E stiamo tenendo in considerazione anche l’imposizione fiscale del 12,50%. Otteniamo che il BTp 2067 oggi garantisce un interesse netto effettivo del 3,64% su base annua, il BTp 2072 del 3,38%. Si tratta di due percentuali molto simili, sebbene la scadenza più corta ci lascerebbe incassare qualcosina in più.

BTp Matusalemme remunerativi già con la cedola

Praticamente, se inseriamo in portafoglio uno dei BTp Matusalemme o entrambi, riceveremo un flusso di redditi teoricamente capace di compensare l’inflazione italiana attesa nel medio-lungo termine.

Questa sarebbe intorno all’1% per i prossimi cinque anni. Anche se tendesse effettivamente al target del 2% della Banca Centrale Europea, il rendimento reale resterebbe per noi di gran lunga positivo. In parole povere, saremmo in grado di proteggere il capitale senza necessariamente doverci affrettare a rivendere il bond per maturare un guadagno in conto capitale. Quando esso arriverà, non farà che accrescere il rendimento effettivo del nostro investimento.

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