Si è conclusa la sedicesima emissione del BTp Italia. Il Tesoro può dirsi soddisfatto, perché a fronte dei 13-16 miliardi di raccolta attesi, ne è riusciti a piazzare per 22,3 miliardi di euro, l’importo più alto di sempre per questo titolo. Al termine della terza giornata, infatti, gli ordini dei soli risparmiatori individuali si erano attestati a 14 miliardi. Altri 8,3 miliardi sono stati emessi in favore degli investitori istituzionali attraverso il metodo di ripartizione, dato che le loro richieste erano ammontate a oltre 11 miliardi.

Forse, l’offerta per questi ultimi non è stata casuale, perché ha consentito al Tesoro di incassare una cifra di poco superiore ai 22,27 miliardi di euro del BTp Italia emesso nel novembre 2013 e che ad oggi era stato un dato record.

BTp Italia, successo da non sopravvalutare e che ci costa caro

Ricordiamo che il bond eroga una cedola ogni sei mesi e pari all’1,40% annuale, rivalutata al tasso d’inflazione di ciascun semestre secondo l’indice FOI dell’ISTAT, al netto della componente tabacchi. Per i risparmiatori il codice ISIN è IT0005410904, mentre per gli investitori istituzionali i titoli hanno come ISIN IT0005410912. Tornando alle curiosità, a parte il fatto che si sia trattato dell’emissione più ricca da quando questi titoli hanno debuttato sul mercato italiano nel marzo 2012, un altro record è stato segnato dai risparmiatori, la cui incidenza degli ordini sul totale delle assegnazioni si è attestata al 62,8%, superando il precedente massimo del 59,5% della seconda emissione tenutasi nel giugno del 2012.

Cresce la quota retail

E si consideri che nelle precedenti due emissioni la loro quota si fosse arrestata rispettivamente al 39,9% e al 44,3%, per cui possiamo ben affermare che la partecipazione del canale retail sia stata stavolta decisamente superiore, evidentemente allettato dal tasso reale garantito, superiore al rendimento offerto dal BTp a 5 anni. Ed è stato record anche per gli ordini, in totale quasi 400.000, quando sinora il massimo era stato di circa 300.000 per l’emissione del novembre 2013.

Addirittura, per trovare almeno 100.000 ordini bisogna risalire all’emissione di aprile 2014 (171.271), segno che il canale istituzionale fosse finito per fare la parte del leone.

Del resto, oltre a fissare un rendimento relativamente generoso di questi tempi, il Tesoro ha dovuto ingolosire i risparmiatori anche raddoppiando il premio fedeltà allo 0,8%, riconosciuto a coloro che abbiano acquistato il titolo in asta e lo manterranno fino alla scadenza. Di fatto, il rendimento minimo garantito sale così all’1,56%, attualmente circa 30 centesimi in più di quanto offra l’omologo BTp a 4 anni con cedola fissa. E’ stato anche allungato il numero delle giornate a disposizione del retail da 2 a 3, così da consentire alle adesioni di prendersi più tempo per arrivare al server di Via XX Settembre tramite le banche.

BTp Italia 2025, cedola minima all’1,40%: conviene comprare all’asta?

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