Tra poco più di un mese sarà in pagamento la seconda cedola semestrale del BTp Italia 22 novembre 2028 (ISIN: IT0005517195). Il bond fu emesso nel novembre dello scorso anno ed è indicizzato al tasso d’inflazione italiana, secondo l’indice FOI dell’Istat. Offre una cedola reale dell’1,60% annuo, cioè dello 0,80% ogni sei mesi. Il Ministero di economia e finanze ha reso noto questa settimana il tasso di rivalutazione per il semestre in corso. Esso sarà dello 0,913%. Infatti, l’indice FOI al 22 maggio scorso era di 118,16129 e al 22 novembre risulta essere pari a 119,24.

Considerata anche la cedola, si arriva a un tasso lordo dell’1,72%. Questo significa che l’obbligazionista riceverà 17,20 euro lordi su ogni lotto minimo di 1.000 euro.

Non è granché, ma si consideri che l’indice dei prezzi al consumo negli ultimi mesi si è stabilizzato dopo avere registrato incrementi notevoli nei mesi passati. Il BTp Italia 2028 si acquista attualmente sul Mercato obbligazionario Telematico per circa 94,50 centesimi. A questa quotazione corrisponde un rendimento reale in area 2,80%. Esso si confronta con il 4,35% offerto dal bond del Tesoro quinquennale con cedola fissa. La differenza di poco superiore all’1,50% corrisponde al tasso annuo medio d’inflazione attesa nel prossimo lustro.

BTp Italia 2028, ecco la cedola netta effettiva

Questa è una buona notizia per gli obbligazionisti. Significa che i titoli del debito pubblico italiani starebbero offrendo rendimenti reali molto positivi, specie sul tratto medio-lungo della curva. Ovviamente, non è detto che il mercato abbia ragione. Potrebbe essere che stia sottovalutando l’inflazione nei prossimi anni. Ad oggi, comunque, sconta un’inflazione media inferiore al target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea. Da un lato, ciò rende felici chi ha in portafoglio titoli a reddito fisso, dall’altro sarebbe sintomatico di un’economia poco vivace, se non temporaneamente in recessione.

La cedola netta effettiva del BTp Italia 2028, al netto dell’inflazione, risulta al momento sfiorare l’1,50%.

Essa è data dal rapporto tra l’1,60% annuo lordo garantito, detratta l’imposta del 12,50%, e la quotazione del bond sul mercato secondario. Alla scadenza, l’obbligazionista maturerebbe una plusvalenza, avendo acquistato il titolo sotto la pari. Per quanto l’inflazione segnalata sia bassa, è sempre importante inserire in portafoglio qualche bond indicizzato per proteggere il potere di acquisto da eventi avversi. Nessuno aveva previsto la reflazione di questi ultimi anni. E all’improvviso, bond snobbati a lungo sul mercato, sono diventati oggetto di appetito tra gli investitori.

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