Mancano poche settimane al nuovo collocamento del BTp Italia con scadenza 14 marzo 2028. Il bond indicizzato all’inflazione italiana avrà durata iniziale di cinque anni e sarà offerto al solo pubblico retail (famiglie) dal 6 all’8 marzo (Fase 1). La mattinata del 9 marzo sarà riservata, invece, agli investitori istituzionali (Fase 2). La cedola reale lorda annua sarà resa nota il venerdì immediatamente precedente all’emissione, cioè giorno 3 marzo. Dopo la Fase 1 potrà essere confermata o aumentata, in nessun caso ridotta. Anche stavolta è previsto un premio fedeltà dello 0,80% del capitale nominale a favore dei sottoscrittori che manterranno il titolo in portafoglio fino alla scadenza.

Esiste già un BTp Italia 2028, ma con scadenza 22 novembre (ISIN: IT0005517195). Fu emesso nel novembre scorso e raccolse 12 miliardi di euro, di cui quasi 7,3 miliardi sono stati ordini arrivati dal canale retail. La cedola fu fissata allora all’1,60%. E stavolta? Le condizioni di mercato sono parzialmente mutate. Il bond emesso a novembre sul mercato secondario ieri trattava a 97,40 centesimi, una quotazione corrispondente a un rendimento alla scadenza del 2,10%. Nello stesso tempo, il BTp con cedola fissa di pari durata rendeva intorno al 3,80%. Questo significa che gli obbligazionisti scontano un tasso medio annuo d’inflazione dell’1,70% da qui alla fine del 2028.

Tenendo conto di questo dato e sapendo che anche il BTp con cedola fissa in scadenza nei primi mesi del 2028 offre circa il 3,80%, il BTp Italia marzo 2028 dovrebbe corrispondere una cedola minima reale non inferiore al 2,10-2,20% per risultare appetibile. E considerate che, a questi livelli, sarebbe teoricamente quasi in grado di coprire da sola il target d’inflazione della Banca Centrale Europea.

BTp Italia 2028, inflazione sottostimata?

Non è detto che il mercato stia scontando l’inflazione correttamente. Nel caso di una sua sottostima, il BTp Italia 2028 sarebbe conveniente già con una cedola inferiore a quella sopra ipotizzata. Viceversa, nel caso in cui il mercato stesse sovrastimando l’inflazione.

A parere di chi scrive, più probabile la prima ipotesi che non la seconda.

Investire nel nuovo BTp Italia 2028? La risposta dipende da svariati fattori. Il portafoglio va sempre diversificato per non restare legato a uno o pochi asset. Non tutta la liquidità va impiegata in obbligazioni e, tra queste, non tutti devono essere titoli di stato e indicizzati all’inflazione. C’è anche da mettere in conto che non tutte le cedole semestrali saranno con certezza rivalutate. Già in occasione della prima scadenza di settembre, come vi abbiamo spiegato, potrebbe essere erogata senza alcuna indicizzazione all’inflazione. E ciò per il fatto che l’indice FOI dell’ISTAT nei prossimi mesi potrebbe ripiegare in uno scenario di disinflazione.

Concludendo il nostro discorso, il BTp Italia 2028 può essere un buon investimento, a patto che lo si acquisti con la consapevolezza che non esiste una rivalutazione sempre e comunque. Questa sarà dipendente dalle variazioni dell’indice FOI di semestre in semestre. Nel caso specifico, con un’inflazione in linea con il target BCE del 2% dovrebbe esserci una certa convenienza ad investire nel bond, tenuto conto del rendimento complessivo maturato negli anni fino alla scadenza. Ma prima dovremo verificare le condizioni offerte dalla prossima emissione. Fin qui, possiamo solo fare speculazioni.

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