Lunedì, il Ministero di economia e finanze ha reso noto che offrirà in collocamento a marzo un nuovo BTp Italia. Scadenza 14 marzo 2028, avrà una durata iniziale di 5 anni. Le sottoscrizioni per il canale retail (famiglie) saranno possibili dal 6 all’8 marzo (Fase 1), mentre agli investitori istituzionali sarà riservata la mattinata del 9 marzo (Fase 2). La cedola reale garantita sarà resa nota venerdì 3 marzo. Al termine della Fase 1 del collocamento, potrà eventualmente essere rivista al rialzo o confermata, non ribassata. Alla scadenza sarà riconosciuto anche un premio fedeltà dello 0,8% del capitale sottoscritto a coloro che avranno mantenuto il titolo in portafoglio dall’inizio alla fine.

Anche il nuovo BTp Italia, com’è ovvio, sarà indicizzato all’inflazione FOI dell’ISTAT ex tabacchi. La cedola sarà corrisposta su base semestrale e risulterà pari al tasso minimo fissato al Tesoro prima del collocamento più la variazione dei prezzi al consumo secondo l’indice FOI del semestre. Poco prima dell’avvio dell’emissione, sarà reso noto l’indice FOI iniziale. Per le complesse modalità di calcolo, esso sarà fissato sulla base del suo valore alla metà di gennaio. Pur non ancora definitivo, conosciamo il dato sull’inflazione del mese scorso: +10,1% annuo e +0,3% mensile.

Poiché l’indice FOI di dicembre era salito a 118,2, a gennaio dovrebbe essersi portato a 118,55. A metà del mese dovrebbe essere stato, quindi, intorno a 118,50 o poco meno. Il nuovo BTp Italia staccherà la prima cedola in data 14 settembre 2023. Essa sarà rivalutata insieme al capitale solo nel caso in cui per allora l’indice FOI risulti superiore al suo valore iniziale. Per quanto sopra accennato, ciò implica che esso debba risultare superiore al 118,5 da noi stimato già nel mese di luglio, vale a dire due mesi antecedenti alla prima scadenza.

Nuovo BTp Italia, incognita indice FOI per cedola

Quante probabilità ci sono che a metà luglio l’indice FOI risulti superiore a 118,5? Per rispondere, dobbiamo fare riferimento al luglio dell’anno scorso, quando fu pari a 112,3.

Affinché l’indice FOI nel luglio di quest’anno risulti sopra 118,5, l’inflazione annuale in piena estate dovrà essere non meno del 5,5%. Un’ipotesi non scontata. Si tratta di un dato quasi dimezzato rispetto al mese di gennaio, ma c’è da dire che nei prossimi mesi dovremmo osservare una discesa accentuata per effetto del crollo del prezzo del gas e dell’energia elettrica.

Le probabilità che il nuovo BTp Italia a settembre si limiti a staccare la cedola minima garantita sono medio-alte. E, anche qualora scattasse la rivalutazione, non dovremmo attenderci una percentuale elevata. Fermo restando che le previsioni possano essere smentite, non saremmo in presenza delle maxi-cedole staccate negli ultimi mesi dai BTp Italia già emessi o che saranno erogate da qui a breve. Questo non significa che la nuova emissione non sia conveniente. Dovremo prima attendere di conoscere la cedola reale garantita, che stimiamo essere superiore al 2% contro l’1,6% delle passate due emissioni. A quel tasso, il nuovo BTp Italia risulterebbe accattivante. Con ogni probabilità, infatti, il mercato starebbe sottostimando l’inflazione a medio-lungo termine e il bond indicizzato offrirebbe così un rendimento medio annuo superiore al bond con cedola fissa.

[email protected]