Si è conclusa ieri la Fase 1 del collocamento del BTp Italia 2028 (ISIN: IT0005517187), riservata agli investitori individuali o retail. Gli ordini si sono fermati a 7,28 miliardi di euro, un po’ sopra dei 7,26 miliardi ordinati dalle famiglie italiane a giugno con il lancio del BTp Italia 2030. Stamattina, tra le ore 10.00 e 12.00 si terrà la sessione riservata agli investitori istituzionali. Con ogni probabilità il Tesoro confermerà la cedola minima garantita di 1,60%.

Condizioni del collocamento

Il BTp Italia 2028 è un bond indicizzato all’inflazione FOI ex tabacchi dell’ISTAT.

Esso stacca una cedola semestrale dello 0,80% del valore nominale, rivalutata insieme al capitale per l’aumento dell’indice FOI avvenuto nel semestre. Il dato di partenza per tale indice è di 113,41. Questo significa che a maggio 2023 ci sarà la rivalutazione nel caso in cui l’indice FOI per allora sarà salito sopra 113,41. Per le modalità di calcolo relative all’indicizzazione, interesserà il valore che l’indice FOI assumerà verso la fine del marzo prossimo.

Sappiamo anche che i sottoscrittori che manterranno il BTp Italia 2028 fino alla scadenza, otterranno un premio fedeltà dello 0,8% del capitale nominale. Sembrerebbe, quindi, che vi fossero tutte le condizioni ideali per sottoscrivere il titolo, mentre gli ordini arrivati al Ministero di economia e finanza sono stati sottotono. Ed era nell’aria. Per capire le ragioni di questo ennesimo mezzo flop, dobbiamo rifarci proprio al tasso d’inflazione.

BTp Italia 2028 e inflazione attesa

Come sappiamo, ad ottobre è salito all’11,8% (dato rivisto dall’11,9% delle stime preliminari ISTAT), ai massimi dal 1983. Per i prossimi mesi non è attesa una discesa eclatante. In teoria, ciò consentirebbe agli obbligazionisti di incassare cedole elevate con il BTp Italia 2028. Ma l’orizzonte temporale per l’investimento è di sei anni. Resta da capire se mediamente l’inflazione nel periodo sarà alta e di quanto.

Il BTp Italia 2028 scade a metà strada tra il BTp Italia 2026 e il BTp Italia 2030.

I rendimenti di questi ultimi due bond indicizzati ci consentono di capire quale sia l’inflazione attesa rispettivamente a 4 e 8 anni in Italia. Essa risulta essere di poco superiore al 2% nel primo caso e in area 1,85% nel secondo. Pertanto, l’inflazione attesa al 2028 sarebbe attualmente intorno al 2%, anzi un po’ di meno.

Piccoli importi medi prenotati

Per quanto detto, il BTp Italia 2028 risulterebbe un investimento favorevole nel caso in cui il BTp con cedola fissa e di pari durata ci offrisse meno del 3,60% (1,6% + 2%). In effetti, su questa scadenza il rendimento viaggia in area 3,40%. L’alternativa sarebbe, quindi, meno appetibile. Ma è anche vero che fino a poche sedute fa l’inflazione annua media attesa da qui al 2030 sfiorava il 2,50%. Il forte calo di questi giorni sarebbe il segnale che il mercato stia scontando un “raffreddamento” dell’inflazione italiana nel medio-lungo periodo. Dunque, i bond indicizzati si mostrano meno appetibili.

Dalla Fase 1 del collocamento è emerso, infine, che l’ordine medio del BTp Italia 2028 è stato di quasi 28.500 euro, il più basso di sempre per un’emissione retail e inferiore all’importo relativo al collocamento di giugno (circa 30.800 euro). Tante famiglie (256.000), quindi, hanno deciso di puntare sul bond per valori contenuti, al fine di proteggersi dall’inflazione, pur senza impiegare liquidità eccessiva. Questa è tenuta forse a disposizione per i bisogni futuri e per investire in asset potenzialmente più remunerativi.

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