Sempre più giù il rendimento del BTp a 10 anni. Stamane, è sceso fino al 4,19%, raggiungendo i minimi da fine agosto. Ad ottobre, era salito fino al 5%. In una quarantina di giorni, segna un tonfo dello 0,80%. La scadenza a cui facciamo riferimento è l’1 marzo del 2034 con cedola 4,20% (ISIN: IT0005560948). Dai minimi di ottobre si è apprezzata del 7%. Attualmente, la quotazione è salita sopra la pari e vale 100,40.

Aria di taglio dei tassi

C’è molta attesa sui mercati per i dati sull’inflazione nell’Eurozona nel mese di novembre.

Già oggi abbiamo un assaggio con Spagna e Germania. Nella prima, l’indice dei prezzi è salito su base annua del 3,2%, rallentando dal 3,5% di ottobre. Ma il vero driver di queste ore sembra essere altrove. Gli Stati Uniti si preparano a capire qualcosa di più sui prossimi passi di politica monetaria della Federal Reserve. Il mercato sconta un taglio dei tassi di interesse entro pochi mesi. Tanto che il cambio euro-dollaro è risalito a 1,10, cioè ai massimi da tre mesi e mezzo.

L’aria che tira è di disinflazione presso le economie sviluppate. La crisi dell’energia sembra alle spalle. Il Brent viaggia attorno agli 80 dollari al barile, mentre il prezzo del gas in Europa vale oggi un terzo rispetto a un anno fa. Paradossalmente, anche la tregua tra Israele e Hamas starebbe contribuendo al calo dei rendimenti. Se è vero che le tensioni geopolitiche sostengono la domanda di bond, d’altra parte nello specifico alimentano i timori su un possibile calo dell’offerta di petrolio, con implicazioni negative sull’inflazione.

BTp 10 anni, spread invariato

Il rendimento dei BTp a 10 anni sta collassando, mentre lo spread con il Bund rimane sostanzialmente invariato attorno ai 175 punti base. Nelle scorse sedute era risultato un po’ più basso, segno che i rendimenti tedeschi stiano scendendo quanto, se non di più di quelli italiani.

In effetti, il Bund decennale offre al momento il 2,45%, ai minimi dagli inizi di agosto. Aveva sfiorato il 3% tra fine settembre e inizio ottobre. E qualcosa ci dice anche il rendimento a due anni della Germania, sceso al 2,86%, mezzo punto percentuale in meno dai massimi toccati in estate.

Considerato che il tasso sui depositi bancari sia fissato al 4% dalla Banca Centrale Europea, l’indicazione che arriva dall’obbligazionario “benchmark” sarebbe che anche a Francoforte il taglio dei tassi di interesse sia vicino. Esso è atteso per inizio primavera prossima, sebbene dall’istituto smentiscano che sia allo studio e si lancino messaggi misti circa le prossime mosse di politica monetaria.

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