Gennaio si conferma mese positivo per il mercato obbligazionario globale. Le prime settimane di questo 2020 iniziano col botto sul piano delle emissioni, sia sui mercati avanzati, sia su quelli emergenti. Chi può ne approfitta per rifinanziarsi a costi calanti. Lo stesso sta accadendo all’Italia, che da pochi giorni ha emesso il nuovo BTp a 30 anni, in scadenza nel settembre 2050 e cedola 2,45% (ISIN: IT0005398406), il secondo bond tricolore più longevo dopo il BTp 2067 e destinato a rimpiazzare il BTp settembre 2049 come “benchmark” trentennale.

In fase di collocamento sindacato, gli ordini hanno superato i 47 miliardi di euro, a fronte degli appena 7 miliardi dell’offerta.

BTp 2050, ecco chi ha comprato all’asta il bond andato a ruba

Il titolo ha esitato un rendimento lordo alla scadenza del 2,50%. Ma con il suo debutto sul mercato secondario, il successo non era scontato in egual misura. Invece, la partenza è stata sprint anche qui. In appena 4 sedute, la quotazione è salita di poco meno del 4%, superando 103. Dunque, il BTp 2050 si porta sopra la pari e il rendimento nel frattempo è sceso sotto il 2,30%. Per quanto basso sia, il trentennale italiano resta pur sempre molto più generoso dei suoi concorrenti europei. Si pensi che i Bonos 2048 offrono appena l’1,27%, un punto percentuale abbondante in meno.

Numerosi gli scambi. Borsa Italiana ne ha registrati quasi 9.900 e per un controvalore di 462 milioni di euro, pari al 6,6% dell’intero importo emesso solamente la settimana scorsa. Il titolo si mostra, quindi, relativamente liquido e questo è già un buon segnale per gli obbligazionisti che lo posseggono o per quanti vorranno acquistarlo in futuro. Con le emissioni di nuove tranche, la liquidità non potrà che aumentare.

In calo i rendimenti lungo la curva

Ad ogni modo, non è stato solo il BTp 2050 ad avere fatto breccia tra gli investitori. Tutta la curva delle scadenze in Italia a gennaio è andata piuttosto bene.

Il BTp 2067 ha guadagnato più del 3% e ha ridotto il suo rendimento di 17 centesimi, scendendo al 2,52%. Dunque, oggi come oggi offre un premio di poco inferiore al quarto di punto percentuale rispetto al nuovo trentennale. E il BTp settembre 2049, fino a pochi giorni fa la seconda scadenza più lunga sul mercato sovrano tricolore, ha messo a segno un rialzo di quasi il 3%, con il rendimento ad avere perso 16 centesimi, abbassandosi in area 2,30%.

Perché il BTp 2050 rischia di eclissare il settembre 2049

Bene anche il decennale. Il BTp aprile 2030 guadagna l’1,5% e rende l’1,26%, 7 centesimi in meno da fine 2019. Guadagni ovviamente inferiori sulle scadenze più corte, con il BTp 2024 ad avere segnato il +0,12%, scendendo allo 0,51% di rendimento, -9 centesimi. Infine, lo spread si è mantenuto sostanzialmente stabile in queste prime settimane dell’anno, portandosi sotto i 160 punti base sulla scadenza a 10 anni, malgrado qualche sobbalzo qua e là durante il mese, vuoi per le tensioni geopolitiche internazionali che per i timori di crisi politica a Roma.

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