Chi ha investito negli ultimi mesi sul tratto lungo della curva, può ritenersi ad oggi abbastanza soddisfatto. Ad esempio, ai minimi di prezzo toccati in ottobre, il BTp 1 settembre 2044 con cedola 4,75% (ISIN: IT0004923998) guadagna il 14% e a dicembre era arrivato a segnare un +18,6%. Questo bond del Tesoro fu emesso nel maggio del 2013 come trentennale. Attualmente, presenta una durata residua ventennale. Indipendentemente dalle oscillazioni di prezzo più recenti, cerchiamo di capire cosa abbia implicato per il nostro portafoglio obbligazionario in termini di rendimento.

L’emissione del 2013 avvenne sotto la pari, a 97,22 centesimi. La cedola effettiva netta fu, dunque, all’incirca del 4,27%. Se ieri lo avessimo rivenduto ai prezzi di mercato, avremmo realizzato una plusvalenza vicina al 10%. Al netto dell’imposizione fiscale, l’8,5% netto. Su base annua, qualcosa come quasi lo 0,80%. In pratica, il BTp 2044 ci avrebbe offerto ad oggi un rendimento effettivo netto del 5%. C’è ancora da fare i conti con l’inflazione italiana. E sappiamo che è stato il grande problema delle famiglie negli ultimi due anni.

BTp 2044, rendimento effettivo dall’emissione

Ebbene, dalla data di emissione al mese scorso, essa è stata pari all’1,65% medio annuo. Ciò riduce il rendimento netto effettivo reale del BTp 2044 al 3,40%. Si tratta di un risultato ugualmente molto positivo, specie se si considera che parliamo teoricamente di un asset “risk free”, anche se sarebbe meglio il caso di definirlo a basso rischio di credito. Certo, se nello stesso periodo di tempo avessimo investito il nostro capitale sulla borsa italiana, avremmo maturato un guadagno superiore al 70%. L’iShares FTSE MIB UCITS ETF EUR ci avrebbe reso quasi il 140% in questi quasi undici anni.

C’è da dire che il BTp 2044 sarebbe stato molto più allettante, se lo avessimo rivenduto ai massimi di prezzo toccati tre anni fa. Nel febbraio del 2021, infatti, superò la quotazione di 170. Allora, la plusvalenza in conto capitale sarebbe stata del 77% rispetto all’emissione.

E pensate che in quegli otto anni scarsi, l’inflazione italiana fu complessivamente di poco superiore al 3%. Trascurabile, quindi, su base annua: 0,4%. Tirando le somme, il bond avrebbe offerto un rendimento netto reale effettivo intorno al 10,5% all’anno, oltre il triplo di quello registrato ad oggi.

Duration e taglio dei tassi influiscono sui prezzi

Cosa ci insegnano questi numeri? Il rendimento dipende dalla capacità di entrare sul mercato a prezzi/rendimenti minimi/massimi ed uscire a prezzi/rendimenti massimi/minimi. Col senno di poi siamo tutti bravi a indovinare le tempistiche. Alzi la mano chi immaginasse soltanto due anni fa che le quotazioni dei bond sarebbero precipitate ai minimi da un decennio a questa parte. Il BTp 2044 ha risentito fortemente del trend negativo, a causa della sua elevata duration. Nei prossimi mesi, probabile che i prezzi tornino a salire se il taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea si rivelasse superiore a quanto già scontato dai mercati. E ciò innalzerebbe il rendimento effettivo teorico dall’emissione.

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