Se volessi investire in titoli di stato con orizzonte temporale medio-lungo, quale bond potrei inserire in portafoglio? E’ la prima domanda che si pone l’investitore individuale medio italiano prima di decidere di acquistare sul mercato. Il tratto della curva preferito dal canale retail (famiglie) nel nostro Paese è quello compreso tra 3 e 7 anni. Offre rendimenti accettabili (non lo erano fino a un anno fa) e privano della liquidità per un periodo non prolungato. Inoltre, espongono a una ridotta volatilità dei prezzi, proprio grazie alla bassa “duration”.

Tra i titoli a cui poter guardare attualmente con un certo interesse c’è il BTp 1 marzo 2030 con cedola 3,50% (ISIN: IT0005024234).

Questo bond fu emesso nel 2014, quando le condizioni monetarie erano molto simili a quelle attuali. Con una notevole differenza. Allora, la Banca Centrale Europea stava andando verso una politica dei tassi sempre più accomodante. Mesi più tardi, avrebbe varato il “Quantitative Easing” per stimolare le aspettative d’inflazione e tenere a bada gli spread. Oggi, va nella direzione opposta: serve alzare i tassi d’interesse e ridurre il bilancio (“Quantitative Tightening“) per piegare l’inflazione.

Quotazione e rendimento BTp 2030

Il BTp 2030 quotava venerdì scorso a 97 centesimi tondi. Significa che, se volessimo acquistarlo per 1.000 euro, dovremmo spenderne 970. Mancano, però, solamente quattro giorni allo stacco della prossima cedola semestrale dell’1,75%, la metà del 3,50% annuo. Dunque, al venditore dovremmo corrispondere anche il rateo (passivo) degli interessi da questi maturati per 177 su 181 giorni. Altri 17,11 euro lordi. Il costo finale, al netto delle commissioni bancarie, sale così a più di 981 euro.

Il nostro tasso lordo annuo del 3,50% scende al 3,0625% una volta considerata l’imposta del 12,50%. Rapportato all’esborso effettivo di 970 euro sui 1.000 di investimento nominale, otteniamo un tasso netto effettivo di circa il 3,16%. In valore assoluto, un incasso di 30,62 euro all’anno. Alla scadenza, infine, il Tesoro ci rimborserà 1.000 euro, a fronte dei 970 spesi.

La differenza dei 30 euro rappresenterà per noi un guadagno o plusvalenza. Spalmata sui 7 anni di durata dell’investimento, incide per un altro 0,44% lordo (0,385% netto). E, dunque, il rendimento netto si attesta intorno al 3,55% (0,385% + 3,16%).

Prospettive future bond

Numeri interessanti, perché è assai probabile che la media dell’inflazione nei prossimi sette anni sia decisamente inferiore al 3,55%. Anche sottraendo lo 0,20% dell’imposta di bollo sul conto titoli in cui accreditare il BTp 2030, il rendimento netto reale effettivo rimarrebbe positivo. Saremmo capaci non solo di difendere il potere di acquisto del capitale investito, ma persino di accrescerlo un po’ sopra l’inflazione del periodo, cioè in termini reali.

Il titolo in un anno ha perso più del 16% del suo valore e quasi un quarto dall’apice toccato tra fine 2020 e inizio 2021. Difficile, però, che possa riuscire a tendere nuovamente a quelle quotazioni stellari prima della scadenza. In primis, perché ciò richiederebbe condizioni monetarie estremamente accomodanti nei prossimi anni. E attualmente non sono in vista. Secondariamente, perché la durata residua del bond sarebbe troppo corta per consentire ai prezzi di salire drasticamente sopra la pari. Man mano che ci si avvicina alla scadenza, infatti, la quotazione tende a portarsi a 100.

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