Banca Intesa Sanpaolo è tornata ieri a rifinanziarsi sui mercati con l’emissione di un nuovo bond subordinato del tipo Lower Tier 2 e denominato in sterline inglesi per l’importo di 350 milioni. Gli ordini arrivati sono stati quasi tripli, circa 950 milioni. Ciò ha consentito all’emittente di ridurre lo spread offerto sul Gilt a 10 anni, dato che l’obbligazione ha durata decennale e arriva in scadenza in data 20 settembre 2032. Il premio è così sceso da 565 a 545 punti base. Poiché il titolo di stato britannico viaggiava nelle stesse ore al 3,09%, il rendimento esitato è stato in area 8,54%.

Agli obbligazionisti sarà corrisposta una cedola su base semestrale. La quotazione del bond subordinato di Intesa avverrà alla Borsa di Lussemburgo. Ad essersi occupati dell’operazione sono stati Bank of America, IMI-Intesa Sanpaolo, Morgan Stanley e Nomura. Ricordiamo che la tipologia Lower Tier 2 comporta qualche rischio in più a carico dell’obbligazionista, rispetto a un’emissione senior. In effetti, il pagamento della cedola può essere sospeso in caso di insolvenza della banca e se l’emissione è avvenuta senza scadenza, il debitore può decidere di procedere al rimborso anticipato previo comunicazione alla Banca d’Italia con almeno 5 anni di anticipo.

Bond subordinato esposto a rischio di cambio

Il taglio minimo è stato fissato in 200.000 sterline, qualcosa come circa 230.000 euro. Ciò rende il bond subordinato oggetto di acquisto da parte degli investitori istituzionali. L’alto rendimento offerto chiaramente alletta il mercato. D’altra parte, esso è frutto di diversi rischi. Abbiamo già accennato alla subordinazione del titolo. Non meno importante è il rischio di cambio. Le variazioni della sterlina contro l’euro possono impattare negativamente sul valore delle cedole corrisposte periodicamente e del capitale rimborsato alla scadenza o incassato all’atto del disinvestimento anticipato.

Nell’ultimo anno, la sterlina ha perso il 2,5% contro l’euro, scendendo ai minimi da metà anni Ottanta contro il dollaro.

Difficile che la caduta prosegua, almeno in queste dimensioni. Ad ogni modo, il rischio esiste, così come quello inerente alla liquidità degli scambi. L’importo emesso è relativamente scarno, ragione per cui non è dato sapere con certezza se si formerà un mercato secondario. Se ciò non accadesse, risulterebbe difficile rivendere il bond subordinato a terzi prima della scadenza. Ci si esporrebbe a una certa volatilità dei prezzi.

Da notare come l’emissione del bond Intesa stia avvenendo in una fase particolare della vita istituzionale britannica. La scorsa settimana vi è stato il cambio di governo con la nomina di Liz Truss a premier da parte della Regina Elisabetta II, deceduta solamente due giorni più tardi. La sovrana è stata succeduta dal figlio Carlo, nuovo re con il nome di Carlo III.

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