E’ andata a buon fine l’emissione dei giorni scorsi del bond “Samurai” da parte del gruppo automobilistico francese Renault. L’obbligazione è stata rivolta agli investitori privati per l’ammontare di 280 miliardi di yen, la più grande di sempre di questo tipo della casa. Gli ordini hanno sfiorato i 300 miliardi di yen, a dimostrazione della solida fiducia del mercato verso la gestione di Luca De Meo, CEO del gruppo. Si tratta di un titolo della durata quadriennale, essendo in scadenza nel dicembre 2026.

Buona la cedola annua lorda offerta: 2,80%!

Con questa emissione, Renault punta ad ampliare la base degli investitori. Un altro bond Samurai era stato emesso a luglio. Il gruppo francese è presente sul mercato obbligazionario nipponico da una ventina di anni. Interessante il timing dell’operazione. Proprio qualche giorno prima, la Banca del Giappone aveva raddoppiato la banda di oscillazione per il rendimento sovrano a 10 anni. Essa passa dopo oltre sei anni da +/-0,25% a +/-0,50%.

Lo yen si è immediatamente apprezzato a seguito dell’annuncio, mettendo a segno un rialzo del 3,7% contro l’euro. Il bilancio dell’ultimo anno resta, tuttavia, negativo: -8%! Ma l’intervento dell’istituto può avere anticipato una svolta monetaria, che si concretizzerebbe in un rialzo dei tassi ufficiale a partire dalla prossima primavera, quando s’insedierà il successore dell’attuale governatore Haruhiko Kuroda.

Bond Samurai in luce su prospettive yen

Se così, le prospettive per lo yen sarebbero positive. Negli ultimi mesi, il forte deprezzamento del cambio è stato provocato dalla divergenza monetaria crescente tra Tokyo e il resto delle principali capitali mondiali. Dunque, il bond Samurai si mostra allettante non solo per la cedola in sé, quanto anche per l’effetto cambio potenzialmente favorevole. Di fatto, l’emissione è avvenuta nel peggiore periodo per lo yen contro l’euro dal 2014.

Quanto alla cedola, non poteva risultare più alta, essendo stata l’obbligazione rivolta ai capitali del Giappone, dove i rendimenti sovrani e corporate restano infimi.

Ad esempio, un BTp a 4 anni offre più del 3,60% in questi giorni. I bond Renault, poi, sono classificati “non investment grade” da parte delle agenzie di rating. I giudizi sono BB+ per S&P, BB per Fitch e Ba2 per Moody’s. In pratica, il rischio di credito teoricamente è elevato.

Nel 2021, il gruppo francese ha prodotto ricavi superiori ai 46 miliardi di euro e un utile netto di 967 milioni. Nella prima metà di quest’anno, 21,2 miliardi e -1,66 miliardi rispettivamente. A conti fatti, il bond Samurai può rappresentare un modo per diversificare il portafoglio degli investimenti scommettendo sia sul cambio che sulla ripresa del mercato automotive. Questa seconda ipotesi appare un po’ un azzardo, considerando che le principali economie mondiali andrebbero incontro perlomeno a un forte rallentamento nei prossimi trimestri, con il rischio che sfoci in una recessione vera e propria tra inflazione alta, rialzo dei tassi e riduzione degli stimoli fiscali.

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