Momento pessimo per il mercato dei bond sovrani in Russia, trascinati al ribasso dalle tensioni geopolitiche sull’Ucraina. USA ed Europa minacciano apertamente Mosca di sanzioni durissime nel caso in cui attaccasse Kiev per annetterla a sé. Le più temute sono di natura finanziaria. Se l’Occidente chiudesse definitivamente ai mercati dei capitali russi, per il governo diverrebbe molto più difficile rifinanziare il debito in scadenza, così come anche per banche e imprese. Dovrebbero fare affidamento quasi esclusivamente sui capitali domestici e su qualche alleato in Asia, Cina in testa.

Il bond della Russia in dollari a 20 anni, scadenza 4 aprile 2042 e cedola 5,625% (ISIN: XS0767473852), ha perso dall’inizio del 2022 circa un ottavo del suo valore, cioè il 12,4%. La quotazione odierna è scesa in area 114,40, che corrisponde a un rendimento lordo del 4,30%. Lo spread con il Treasury di pari durata è di 212 punti base. Sul mercato domestico non va meglio: il decennale viaggia al 9,50%, quando a fine luglio scorso era ancora al 6,90%.

Bond Russia, rischio Venezuela?

Gli obbligazionisti temono un embargo simile a quello che gli USA imposero nel 2018 al Venezuela di Nicolas Maduro e che nei fatti ha tagliato il paese andino fuori dal circuito finanziario internazionale. Peraltro, Caracas è andata in default per l’impossibilità di accedere ai mercati esteri. La Russia ha un basso debito pubblico, a meno del 20% del PIL nel 2020. Lo scorso anno dovrebbe avere chiuso con un bilancio in pareggio, grazie al boom delle quotazioni del petrolio. Oltre la metà delle esportazioni russe derivano da greggio e gas. Pertanto, il rialzo dei prezzi non fa che sostenere l’economia e le entrate statali.

Pensate che oggi un barile di Brent equivale a circa 6.700 rubli, il 63% in più su base annua. Ciononostante, il rublo si sta indebolendo contro il dollaro, scontando per l’appunto le tensioni geopolitiche. I bond della Russia sono classificate “investment grade” da tutte le principali agenzie di rating: BBB- per S&P, BBB per Fitch e Baa3 per Moody’s.

A questi prezzi, risultano a buon mercato. Il rischio è che le sanzioni dell’Occidente prima o poi arrivino, ma se così non dovesse accadere, il loro apprezzamento sarebbe dietro l’angolo.

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