Ieri, Bitcoin ha rivisto la soglia dei 40.000 dollari dopo circa tre settimane. El Salvador l’ha adottata come valuta a corso legale, mentre Tesla sembra voler rivedere il suo ripensamento sulla possibilità per i clienti di pagare le auto elettriche tramite la “criptovaluta”. E sarà anche grazie a questi recuperi che le azioni di MicroStrategy stanno correndo nelle ultime sedute, rendendo appetibili anche i bond.

All’inizio di questa settimana, la società di software ha richiesto alla SEC l’autorizzazione per emettere nuove azioni per un controvalore di 1 miliardo di dollari.

Nei giorni precedenti, aveva raccolto 500 milioni grazie all’emissione di un nuovo bond. Con il ricavato di entrambe le operazioni, MicroStrategy intende acquistare ancora più Bitcoin. Già ne ha a bilancio 92.079, che ai prezzi attuali valgono 3,6 miliardi, il 60% della capitalizzazione in borsa della società.

Esistono due bond MicroStrategy convertibili e che inevitabilmente vedono il loro destino segnato dall’andamento dei Bitcoin. Uno di questi scade il 15 dicembre 2025 e stacca cedola fissa dello 0,75% (ISIN: US594972AB78). Soltanto pochi giorni fa, vi avevamo scritto quanto questo titolo non fosse appetibile ai prezzi delle azioni di quel giorno (459,38 dollari). Infatti, il suo rendimento marcatamente negativo non sarebbe stato compensato dalla plusvalenza realizzata dall’obbligazionista alla scadenza, tenuto conto di un prezzo di conversione a 398 dollari.

Tuttavia, in poco più di una settimana le azioni MicroStrategy hanno guadagnato il 35%, portandosi a circa 620 dollari. E il discorso cambia radicalmente. Alle attuali quotazioni, il bond MicroStrategy 2025 offre un rendimento del -5,14%. Ma alla scadenza, la plusvalenza teorica oggi garantita sarebbe di quasi il 56%. Infatti, l’obbligazionista, esercitando la facoltà di conversione, si ritroverebbe in possesso di azioni a 620 dollari l’unica, ma avendole “comprate” a 398 dollari. Il guadagno su base annua sarà stato di circa il 12,4%, molto più alto del rendimento negativo. Al netto, l’operazione frutterebbe il 7,2% all’anno o il 32,6% complessivo.

Chiaramente, da qui alla scadenza del titolo le quotazioni delle azioni potrebbero anche mutare drasticamente. Ma al momento, il convertibile è divenuto assai interessante.

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