Si registra una generale tendenza positiva per il mercato obbligazionario globale. I rendimenti sono scesi dalla metà di giugno, mentre i prezzi sono risaliti anche in misura notevole. Nelle ultime sedute stiamo assistendo a un certo assestamento, dovuto sia alla monetizzazione dei guadagni, sia all’incertezza degli investitori circa il futuro andamento dei titoli. In questo articolo, prenderemo in considerazione l’andamento del bond in rand sudafricani emesso dalla Banca Mondiale con cedola fissa 8,25% (ISIN: XS1844348570) e con scadenza 21 dicembre 2026.

Simuliamo un investimento all’inizio dell’anno di 5.000 rand, il lotto minimo acquistabile. Esso sarebbe stato acquistabile a poco più di 105, per una spesa di 5.255 rand. In base al tasso di cambio di allora, avremmo speso 289,53 euro. Se ieri lo avessimo rivenduto alla quotazione vigente di 102, avremmo incassato 5.100 rand. Ma il tasso di cambio nel frattempo si è mosso favorevolmente, dato che la valuta emergente si è rafforzata di quasi l’8%. Convertendo in euro, avremmo incassato 304,66 euro.

Bond in rand, guadagno sopra 10%

E non è tutto. Resta da mettere in tasca anche il rateo corrispondente a sette mesi e dieci giorni di cedola. Parliamo di altri circa 251 rand, qualcosa come 15 euro. In tutto, quindi, avremmo oggi quasi 320 euro contro i 290 spesi. Il rendimento lordo effettivo dell’investimento nel bond in rand della Banca Mondiale sarebbe stato del 10,40%. Mica male per una fase così turbolenta e in pochi mesi. Chiaramente, ci saremmo esposti a un rischio di cambio elevato, anche se nel nostro caso ha esitato un trend favorevole, perlopiù inatteso e legato al boom delle materie prime di cui il Sudafrica è esportatore.

Attualmente, il bond in rand offre il 7,71% alla scadenza. Una percentuale altissima per un’obbligazione della durata residua di cinque anni e quattro mesi e priva del rischio di credito. L’emittente gode del rating tripla A, per cui è considerato massimamente affidabile.

E’ proprio il rischio di cambio a tenere alto il rendimento. A titolo di confronto, il bond in euro emesso dall’EFSF, il Fondo salva-stati precursore del MES, con scadenza nel luglio 2027 offriva ieri l’1,21%. Anche in questo caso l’emittente è massimamente sicuro. Praticamente, il mercato sconta un deprezzamento medio del rand contro l’euro del 6,50% all’anno per i prossimi cinque anni.

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