Meno di un anno fa avvenne un’emissione sovranazionale dalle caratteristiche clamorose. La Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali collocò sul mercato un bond in lira turca della durata di soli due anni. Fin qui, nulla di rilevante, a parte che si trattava di una valuta emergente a forte rischio di svalutazione, essendo nell’occhio del ciclone da diversi anni. La scadenza 25 aprile del 2025 offriva una maxi-cedola del 40% (ISIN: XS2615715286).

Numeri che non siamo abituati a vedere neanche sui mercati emergenti maggiormente in sofferenza, figuriamoci per un emittente con rating tripla A.

 E c’è da aggiungere che quel bond in lira turca fu prezzato sotto la pari, a 97,01 centesimi. Il rendimento lordo alla scadenza risultò, pertanto, superiore al tasso cedolare. Vediamo se l’investimento ad oggi abbia avuto un senso o se possiamo azzardare di acquistare il titolo oggi, nella speranza che ci offra un guadagno da qui alla scadenza tra poco più di un anno.

Calcolo del rendimento effettivo

Tenuto conto dei prezzi e del tasso di cambio di allora a 21,47 contro l’euro, il bond in lira turca ci sarebbe costato all’emissione quasi 904 euro per un lotto minimo di 20.000 lire. Domanda: ad oggi riporteremmo una perdita o un guadagno? Per capirlo, partiamo dalla quotazione di venerdì scorso: 93,60 centesimi. E mettiamoci che il tasso di cambio è nel frattempo salito a 33,87 contro l’euro, per cui la valuta di Ankara si è deprezzata di quasi il 37% contro la moneta unica.

Il risultato nel caso in cui decidessimo adesso di rivendere, sarebbe il seguente: capitale pari a 552,70 euro. C’è da aggiungere ancora la cedola maturata per un possesso di poco superiore ai dieci mesi. Essa sarebbe pari a poco più di 200 euro, sempre tenuto conto del tasso di cambio. In totale, incasseremmo intorno ai 703 euro, 200 in meno di quanto speso.

Il nostro rendimento lordo effettivo sarebbe del -22%. Non c’è che dire, un’immensa fregatura.

Batosta con la svalutazione del cambio

Il punto è che dopo le elezioni presidenziali di maggio, il presidente Erdogan nominò un nuovo team per la gestione dell’economia con vedute più razionali. Tra le misure adottate dall’ex governatore Hafize Gaye Erkan, l’inevitabile svalutazione del cambio per adeguarlo alle condizioni di mercato. Attualmente, il bond in lira turca offre un rendimento alla scadenza del 45,63%. Cosa dovremmo aspettarci nell’acquistarlo adesso?

Come detto, agli attuali prezzi e cambio dovremmo spendere 552,70 euro per inserire in portafoglio un lotto minimo di 20.000 lire, oltre a 200 euro per il rateo della cedola spettante al venditore. Totale: i suddetti 703 euro. E da qui alla scadenza tra circa tredici mesi e mezzo, matureremmo una maxi-cedola di nostra competenza di oltre 9.200 lire. 8.000 lire ci sarebbero pagate in data 25 aprile prossimo e per pura ipotesi teorica immaginiamo che il cambio contro l’euro si mantenga non troppo dissimile dai livelli attuali. Ricaveremmo i nostri primi 235 euro. Mancherebbero all’appello quasi 470 euro per almeno pareggiare i conti e uscire dall’investimento senza riportare perdite. Parliamo di uno scenario affatto positivo (s’investe per guadagnare), ma perlomeno non bruceremmo soldi.

Bond in lira turca, ecco il cambio-limite

Ebbene, alla scadenza il bond in lira turca ci varrebbe altri 28.000 lire tra capitale e cedola finale. Questa somma, avvenuta la conversione, dovrà ammontare a non meno dei sopra citati circa 470 euro per non rimetterci. E ciò avverrebbe solo se il cambio contro l’euro restasse sotto 60. Rispetto ad oggi, potremmo permetterci teoricamente un’ulteriore svalutazione del 43%.

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