Momento magico per la Grecia, la cui economia accelera, l’inflazione scende e le agenzie di rating sarebbero prossime a promuovere il giudizio dei bond al livello “investment grade” per la prima volta dopo oltre un decennio. Le recenti elezioni politiche hanno visto il trionfo di Nuova Democrazia, il partito conservatore del premier Kyriakos Mitsotakis. Ne è uscita premiata l’agenda riformatrice. A causa della mutata legge elettorale, si sono rese necessarie nuove elezioni per luglio e i mercati scommettono sul mantenimento della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento da parte del centro-destra.

Spread con Bund crollato a 125 punti

L’insieme di questi fattori ha portato al boom dei prezzi per i bond in Grecia. Avrete probabilmente letto da qualche parte che lo spread tra Atene e Berlino è sceso ben sotto i livelli italiani. Ieri, ad esempio, si aggirava intorno ai 125 punti base contro i quasi 170 dei BTp a 10 anni. Cronache marziane, se lette con gli occhi di pochi anni fa. Ma quasi l’80% del debito pubblico ellenico è in mano ai creditori pubblici europei. Gli investitori sono convinti da tempo che non sarebbe possibile una seconda ristrutturazione dei bond della Grecia in mano ai creditori privati. Essi hanno già dato con l’operazione taglia-debito del 2012 da 107 miliardi di euro.

C’è un altro beneficio, forse il più importante, derivante da questa composizione del debito. L’aumento dei tassi d’interesse ha conseguenze molto limitate sulla spesa per interessi in Grecia. Infatti, per quattro quinti il costo del debito rimane quasi invariato e, soprattutto, non ci saranno rimborsi di capitale per i prossimi dieci anni. Ciò consente al paese di centrare gli obiettivi di bilancio con minori difficoltà rispetto al resto dei paesi molto indebitati come l’Italia. Non a caso, il rapporto tra debito e PIL è atteso entro il 2026 in calo sotto i livelli italiani.

Era sopra il 170% a fine 2022.

Bond Grecia, rendimenti netti da sogno in pochi mesi

Chi quest’anno aveva scommesso sui bond della Grecia, ad oggi può dirsi soddisfatto. Vi proponiamo l’esempio di un investimento nel decennale con scadenza 15 giugno 2033 e cedola 4,25% (ISIN: GR0124039737). Soltanto tre mesi fa, questo titolo prezzava a meno di 98 centesimi. Ieri, era sostanzialmente a 105. Il balzo è stato del 7,2% in termini percentuali. L’eventuale investimento avrebbe reso nel frattempo anche più dell’1% sul fronte cedola. Complessivamente, un rendimento lordo in area 8,25%. Al netto dell’imposizione fiscale, siamo sul 7,25%.

Inutile dirvi che questi siano numeri straordinari per un periodo di tempo così breve. Gli analisti pensano che non sia finita qua. I bond della Grecia presentano opportunità di ulteriore apprezzamento nel prossimo futuro. In caso di upgrade, la Banca Centrale Europea (BCE) li inserirebbe in portafoglio tra i titoli acquistabili con il Quantitative Easing – programma monetario cessato nel giugno 2022 – mentre i fondi d’investimento tornerebbero a puntarvi per approfittare dei rendimenti generosi ancora offerti. E se da qui a pochi mesi dovesse arrivare anche la fine della stretta monetaria, a beneficiarne sarebbero particolarmente i bond di tutta la semi-periferia dell’Area Euro.