Dalle stalle alle stelle. Erano i reietti d’Europa, anzi di tutto il mondo avanzato. Da qualche tempo a questa parte, invece, sovra-performano il resto dell’Eurozona, battendo senza indugi i titoli di stato italiani. I bond della Grecia stanno vivendo una ritrovata primavera dopo oltre un decennio di umiliazioni e declassamenti. Venerdì scorso, mentre il governo di Roma viveva con ansia l’aggiornamento del giudizio da parte dell’agenzia S&P, Atene si godeva la sua rivincita: upgrade del rating di un gradino a BBB-, sufficiente a fare tornare il debito pubblico ellenico nell’area “investment grade”.

PIL su, debito giù

Già a settembre c’era stata in tal senso un’altra promozione di Dbrs, ma trattasi di un’agenzia minore. Entro la fine dell’anno, almeno secondo quanto scommettono diversi analisti, anche Fitch e Moody’s si accoderanno. Il premier conservatore Kyriakos Mitsotakis ha potuto festeggiare la buona novella. Raccoglie i frutti di oltre quattro anni di governo, fresco di secondo mandato e con un’opposizione debolissima. Le politiche di austerità fiscale iniziano a funzionare. Il rapporto tra debito e PIL scende velocemente anche “grazie” all’inflazione e al ritorno alla crescita economica. Il bilancio chiuderà quest’anno con un avanzo primario dell’1,2% per S&P, superiore allo 0,7% fissato dal governo.

Rendimenti giù, cresce divario con Italia

Lunedì, alla riapertura delle contrattazioni dopo l’upgrade di S&P, i bond della Grecia hanno visto scendere il rendimento decennale di 4-5 punti base in area 4,30%. Nello stesso giorno, il BTp a 10 anni si aggirava in area 4,90%. In pratica, lo spread BTp-“sirtaki” si è ampliato a 60 punti o 0,60%. Significa che l’Italia deve indebitarsi a un tasso di oltre mezzo punto superiore a quello di Atene per la scadenza decennale. Eppure il rating tricolore resta superiore a quello ellenico.

Il punto è che i mercati valutano le tendenze: Atene sale, Roma o resta ferma o scende.

Il ritorno ufficiale dei bond della Grecia in area “investment grade” non sarà priva di conseguenze. Consentirà ai fondi d’investimento di acquistare titoli del debito di Atene. Finora, ragioni di opportunità e divieti espliciti previsti dagli statuti hanno impedito simili operazioni. La maggiore domanda teoricamente abbasserà i rendimenti ellenici ulteriormente. In realtà, la loro discesa nei mesi passati ha scontato proprio lo scenario che ha iniziato a materializzarsi dallo scorso venerdì.

Bond Grecia promossi, possibile colpo per BTp

Ad ogni modo, la promozione dei bond della Grecia potrebbe non essere una buona notizia per i BTp. Proprio in virtù di un ritorno agli acquisti dei fondi, nei loro portafogli ci sarebbe minore spazio per i titoli italiani. Vero è che le dimensioni del mercato sovrano ellenico sono assai limitate. Su 405 miliardi di euro di debito contratto al 30 giugno scorso, meno di un quarto era in forma di obbligazioni. Il 76% si ha come esposizioni verso Banca Centrale Europea e Unione Europea. Risulta ormai azzerato il debito verso il Fondo Monetario Internazionale, che formò per anni la Troika insieme agli altri due creditori. E le banche domestiche posseggono gran parte di tali bond, ragione per cui la disponibilità effettiva risulta scarsa.

C’è da dire che l’upgrade consentirà al Tesoro di emettere bond della Grecia in maggiori quantità nei prossimi mesi e anni. In questo modo, le esposizioni verso la Troika si ridurranno in termini percentuali, anche se la spesa per interessi così tenderà a salire. Certamente, Atene troverà un equilibrio tra le due opposte esigenze.

[email protected]