Niente accordo tra il governo del Ghana e due gruppi di creditori internazionali per la ristrutturazione di bond sovrani per 13 miliardi di dollari. Il negoziato, iniziato dal 16 marzo scorso, si è infranto contro l’opposizione del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Questi ha negato l’assenso dopo avere ritenuto l’intesa “non in linea con i parametri di sostenibilità del debito. L’istituto di Washington stanziò l’anno scorso 3 miliardi da erogare in 3 anni a favore dello stato dell’Africa occidentale, ma ne ha subordinato l’esborso ad un accordo con i creditori e all’implementazione dei riforme economiche.

Ghana in default da fine 2022

Il Ghana è andato in default nel dicembre del 2022 su bond per 30 miliardi di dollari emessi sui mercati internazionali. Il secondo produttore di cacao al mondo dopo la Costa d’Avorio non resse ai postumi della pandemia, anche se da allora la sua economia è andata meglio delle previsioni. Il Pil nel 2023 è cresciuto del 2,9% contro il 2,3% previsto dall’FMI. Il boom delle quotazioni del cacao può rendere più agevole l’uscita dal default, malgrado il flop delle trattative di queste settimane.

Erano due i gruppi di creditori coinvolti: uno composto da asset managers e hedge fund occidentali e un altro in rappresentanza di investitori regionali. I secondi si sono opposti alla proposta del Ghana di emettere un bond a copertura degli interessi dovuti e già maturati con “haircut” del 33%. Taglio della stessa entità per una delle due offerte alternative: emissione di tre bond in scadenza tra il 2030 e il 2038 con cedola del 5% fino al 2027 e del 6,5% successivamente; bond in scadenza nel 2043 senza “haircut” e con cedola dell’1,50%.

Rischi da bond emergenti

L’obiettivo del Ghana consiste nel ridurre di 10,5 miliardi i pagamenti di capitale e interessi tra il 2023 e il 2026. A tale proposito, a gennaio ha raggiunto un accordo con i creditori pubblici per la ristrutturazione di 5,4 miliardi.

Tuttavia, il pre-requisito è che l’intesa con i creditori privati debba essere simile. Stesso ragionamento dell’FMI: i creditori privati devono subire perdite per rendere il debito del Ghana sostenibile. E il governo di Accra deve implementare riforme macroeconomiche che vadano nella direzione di risanare i conti pubblici e potenziare il tasso di crescita nel medio-lungo termine.

I bond del Ghana sono andati in default insieme a quelli dello Zambia e dell’Etiopia nel continente africano da inizio pandemia. Ghana e Zambia stanno rinegoziando il debito sotto il Common Framework del G20. Trattasi di un programma inedito, che punta a coinvolgere altre grandi economie creditrici, oltre al Club di Parigi, nella gestione dei debiti problematici tra le economie emergenti. Per quanto a fine marzo il governo di Lusaka avesse annunciato un accordo con un gruppo di creditori privati, anche in quel caso i creditori pubblici hanno opposto le loro obiezioni.

Bond Ghana in calo su mancato accordo

I due casi confermano gli alti rischi a cui vanno incontro gli investitori in cerca di alti rendimenti tra i bond emergenti. In caso di default, le perdite possono essere anche notevoli e i pagamenti arrivare dopo numerosi anni. Gli aiuti esterni sono sempre subordinati a programmi di ristrutturazione onerosi per i creditori. Alla notizia del mancato accordo, i bond del Ghana registrano un tonfo sui mercati. La scadenza del 26 marzo 2032 con cedola 8,125% (ISIN: XS1968714540) perde oggi quasi il 3,30% e scende a 47 centesimi, salendo a un rendimento prossimo al 23,50%. La scadenza del 18 gennaio 2026 e cedola 8,125% (ISIN: XS1108847531) cede lo 0,89% a 49,24 centesimi e vede impennare il rendimento ben sopra il 66%.

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