Le Isole Filippine hanno dato mandato a Citigroup, Credit Suisse, Standard Chartered e UBS per emettere un bond denominato in euro, così da approfittare dei bassi tassi di rifinanziamento sui mercati internazionali, specie in Europa e Nord America. La decisione di Manila arriva dopo che il Tesoro ha ottenuto il via libera dalla banca centrale per l’emissione di obbligazioni all’estero per un controvalore massimo di 3,7 miliardi di dollari nel corso del 2020. E nelle ultime settimane, i rendimenti sovrani in valuta locale sono lievitati, a seguito del surriscaldamento dell’inflazione, che a dicembre è arrivata al 2,5%, in netta ripresa dallo 0,8% di ottobre.

Samurai bond: Filippine pronte ad emettere obbligazioni in yuan e yen

Il titolo con scadenza a 2 anni offre 50 centesimi in più in un mese, quello a 10 anni 60 centesimi in più da inizio gennaio, rispettivamente il 4,20% e il 4,80%. In un certo senso, il mercato starebbe scontando la riduzione dei margini della banca centrale per un taglio dei tassi, con questi ultimi a risultare ad oggi fissati al 4%.

Lo scorso anno, le Filippine emisero il primo bond sui mercati internazionali tra gli emergenti. Lo fecero con un collocamento in dollari, seguito da uno in euro, etc. Sappiamo che l’emissione in corso riguarda due tranche: a 3 e 9 anni. Chiaramente, il Tesoro punta a strappare rendimenti inferiori a quelli vigenti per la curva domestica, cioè sotto il 4,3% per la prima scadenza e sotto il 4,80% per la seconda.

Bene economia e rating

Il paese sta vivendo una fase di crescita economica, che nel terzo trimestre dello scorso anno ha superato il 6% su base annua. E il debito pubblico, che nel 2009 sfiorava il 55% del pil, dovrebbe essersi attestato nel 2019 a meno del 42%. E’ di qualche giorno la notizia che un vulcano a 40 miglia dalla capitale ha eruttato, provocando danni e vittime nei villaggi vicini.

Ma la principale minaccia per l’economia filippina arriverebbe dal petrolio, essendo Manila un importatore netto di energia.

Filippine: economia in forte crescita, bond al massimo storico

Le tensioni internazionali, che fanno salire le quotazioni del greggio, non fanno bene all’economia emergente, in quanto rischiano di alimentare aspettative d’inflazione rialziste, impattando negativamente sui bond, traducendosi in costi di rifinanziamento maggiori per lo stato, oltre che per il settore privato. Le agenzie di rating assegnano al debito sovrano filippino un giudizio “investment grade”: “BBB+” per Standard & Poor’s, “BBB” per Fitch e “Baa2” per Moody’s, in tutti e tre i casi con prospettive “stabili”.

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